Il segreto di questa Atalanta svelato dai giocatori in festa sul pullman scoperto
Oltre alle strade invase di persone, è stato meraviglioso vedere i giocatori diventare parte del popolo in estasi, tra cori e fumogeni
di Alessandro Giovanni Pagliarini
Ci sono serate che rimangono impresse per sempre nella memoria del popolo. Quella di ieri (31 maggio), per tutti gli atalantini, è stata senza dubbio una di quelle. Una notte magica, dove i sogni sono diventati realtà. Perché anche coloro che ancora faticavano a credere a cosa fosse successo la notte di mercoledì 22 maggio, ieri sera ha capito che l’Atalanta ha veramente vinto l’Europa League.
Vincere la prima coppa europea in 117 anni di storia, veder alzare al cielo quel trofeo, per una provinciale come la Dea è sempre sembrata un’impresa impossibile. Eppure è successo, questi ragazzi sono riusciti in una delle imprese sportive più grandi del calcio italiano. E ieri tutti hanno vissuto appieno la gioia di questo incredibile trionfo.
Dalle prime luci del tramonto fino a notte inoltrata, le vie di Bergamo sono state invase da un’ondata di passione incontenibile. Decine di migliaia di persone assiepate ovunque, un’immensa festa colorata da fumogeni, fuochi d’artificio e cori incessanti. Un’autentica bolgia da far tremare i palazzi.
Ma lo spettacolo più bello è stato veder gioire tutti, dai giocatori al mister, staff e dirigenza compresi, come dei veri tifosi. Persino i ragazzi che hanno trovato meno spazio, come Adopo, si sono improvvisati ultras sventolando fumogeni, mentre Bakker si è addirittura improvvisato lancia cori pur non parlando una parola di italiano. E come non citare Hien, che a Bergamo ci è arrivato lo scorso a gennaio eppure emulava con voce tuonante lo speaker dello stadio dopo un gol, chiedendo dei cori per ciascuno dei suoi compagni.
Durante la sfilata, gli olandesi si sono scambiati le maglie tra loro, proseguendo i festeggiamenti con il nome dei propri compagni sulle spalle. Hateboer ha intonato cori anche per i giocatori che non fanno più parte della squadra, ma hanno contribuito a scrivere la storia del club: Muriel, Ilicic, Freuler…
È questo il segreto della nostra Dea: un gruppo eccezionale, uno spogliatoio unito da uno spirito di squadra fuori dal comune. I veterani che hanno saputo integrare i nuovi arrivati, trasmettendo loro la vera essenza di questa maglia gloriosa. Ognuno di loro ormai lo sa: vestire questi colori non è solo un privilegio, ma una responsabilità da onorare sempre. Ed è quello che hanno fatto in questa stagione indimenticabile, culminata con l’apoteosi di ieri sera. Un’esplosione di gioia pura e autentica, dopo anni di emozioni e ricordi inestimabili.
Una serata leggendaria che nessuno dei presenti potrà mai dimenticare. Tutta la squadra ha cantato a squarciagola tra torce, fuochi d’artificio e bandiere sventolanti. Perché anche loro l’hanno capito: per gli atalantini, la Dea è molto più che una squadra. È una fede.
Non si va in campo ubriachi. Vergogna.