Due ore e mezza di cammino per raggiungere la bellezza (e la cucina) del rifugio Calvi
In alta Val Brembana, al cospetto delle ripide montagne che danno vita al corso d’acqua principe della valle, troviamo una delle capanne alpine più conosciute e amate
di Angelo Corna
Ci siamo. Nei prossimi giorni i rifugi presenti nelle nostre valli aprono i battenti, pronti ad affrontare una nuova stagione che vede come scenario il bellissimo anfiteatro naturale delle Orobie bergamasche.
In alta Val Brembana, al cospetto delle ripide montagne che danno vita al corso d’acqua principe dell’omonima valle, troviamo una delle capanne alpine più conosciute e amate della nostra provincia: il rifugio fratelli Calvi. Sono tantissimi gli escursionisti che ogni anno raggiungono la struttura; ad attenderli ci sono splendidi panorami, la buona cucina bergamasca e l’accoglienza tipica dei rifugi di montagna.
La via di salita classica trova partenza da Carona ed è marchiata dal segnavia Cai 210. Il percorso, sempre con pendenza costante, tocca dapprima il grazioso nucleo di Pagliari (metri 1.314) e prosegue costeggiando la bellissima cascata della val Sambuzza.
Con percorso più dolce si prosegue nel bosco fino al lago del Prato, bivio tra i rifugi Longo e Calvi, per continuare a destra in direzione del bacino artificiale di Fregabolgia. La diga, costruita nel 1953, misura 190 metri di larghezza per 60 di altezza, permettendo di creare un invaso con una capacità di quasi 5 milioni di metri cubi d’acqua.
Salita la scalinata che porta alla sommità del manufatto, con percorso quasi pianeggiante raggiungiamo il lago. Nell’azzurro delle sue acque si specchiano le sagome delle montagne, ancora bianche di neve. Gustata questa ennesima meraviglia, continuiamo costeggiando l’invaso artificiale lungo la sponda sinistra, proseguendo in falsopiano tra panorami sempre più ampi fino raggiungere il rifugio (metri 2.015).
Ad accoglierci, dopo circa due ore e mezza di cammino, troviamo un panorama impagabile su tutta la conca: uno spettacolo che spazia dal Pizzo del Diavolo di Tenda fino al Pizzo di Poris, ai monti Grabiasca, Ca Bianca, Reseda e Madonnino. Impossibile non restare affascinati dalle meraviglie della zona…