Forni migliori d'Italia, "Tilde" di Treviglio al top. Bergamasco (ma in Puglia) il panettiere emergente
"Tre pani" per il panificio di Castel Cerreto. Premio speciale ad Andrea Cirolla, originario della nostra città ma con negozio a Galatina
È un forno da "Tre pani", la massima votazione possibile, quello di Tilde di Treviglio. Il panificio di Castel Cerreto si conferma tra i migliori in assoluto anche in questa edizione della Guida pani e panettieri d'Italia 2025 del Gambero Rosso, unico in Bergamasca a poter vantare un titolo simile sul totale di 71 sparsi per tutto il Paese.
Autenticità al centro
Simone Conti e Marisol Malatesta di Tilde
I prodotti di Tilde
Come riportano i colleghi di PrimaTreviglio, per Simone Conti e Marisol Malatesta, proprietari di Tilde, si tratta di una conferma, ma pur sempre carica di emozioni autentiche, come i loro prodotti. Lievito madre, lunghe maturazioni, cereali antichi valorizzati da moliture rispettose, esclusivamente a pietra: sono questi gli ingredienti che rendono il loro pane tanto buono e apprezzato.
Non manca una selezione di pizze e focacce al taglio e dolci, come il tortino al limone e papavero, squisiti brownie al cioccolato fondente o alle nocciole, biscotti e golosi lievitati per le occasioni speciali.
Novità bergamasca
Andrea Cirolla di Settecroste
Alcuni prodotti di Settecroste
A Tilde si aggiunge quest'anno anche un'altra novità dal sapore bergamasco: è entrato nel prestigioso elenco anche il panificio Settecroste di Andrea Cirolla, che nel 2021 decise di trasferirsi da Bergamo a Galatina (Lecce), in Puglia, per inseguire la sua passione, cambiando città, vita e lavoro (prima era un autore e correttore di bozze al Corriere della Sera). Un amore che lo ha portato a distanza di pochi anni a vincere il premio speciale di "Panettiere Emergente".
In un'intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno nel 2021 aveva dichiarato di seguire la linea "purista", accompagnata dal motto «Torniamo all'antico, sarà una novità», parafrasi di una frase di Giuseppe Verdi, allude all'impiego delle tradizionali tecniche di panificazione, col tempo accantonate.
Lievito madre
Aveva spigato: «L’utilizzo della pasta madre è il modo più antico di fare il pane, che dal dopoguerra in poi è stato abbandonato con l’avvento dei lieviti industriali. Nel mio laboratorio, però, sono banditi tutti i lieviti aggiunti: solo acqua, farina e fermentazione spontanea». La sua scelta, il suo impegno e la sua abilità sono state quindi premiate.