Raddoppio ferroviario Bergamo-Curno, senza gli altri lavori è un inutile sacrificio
Verso Carnate ci vorranno 9 anni per il ponte sull'Adda. Dal lato opposto, non ci sono i soldi il doppio binario fino a Montello, direzione Brescia
di Wainer Preda
Serviva un mega convegno per far sapere ai bergamaschi che i loro tanto sospirati collegamenti ferroviari dovranno attendere ancora. Sì, perché fra le righe del simposio chiamato, pomposamente, “Stati generali delle infrastrutture” che si è tenuto il 5 luglio ad Astino, è emerso chiaramente che: 1) il raddoppio ferroviario Bergamo-Ponte San Pietro rischia di rimanere aleatorio, perché 2) il nuovo ponte sull’Adda è ben lungi da venire e 3) i soldi del raddoppio della stessa linea fino a Montello non ci sono.
Il binario unico per Ponte San Pietro
Sulla Bergamasca sta piovendo un bengodi mai visto: un miliardo di euro in infrastrutture. I lavori sulla nuova stazione di Bergamo sono partiti. La progettazione del treno per Orio avanza. Così come procede il raddoppio dei binari che dalla città vanno verso Curno. Quando questo lotto sarà completato - entro il 2026, impone il Pnrr - avremo una nuova fermata a Curno, il potenziamento della fermata dell’ospedale, ma soprattutto cinque treni all’ora, contro gli attuali due, diretti verso Milano via Carnate. Almeno in teoria.
Sì, perché dopo Curno, in direzione Ponte, c’è un piccolo - irrisolto - problema che molti fingono di non vedere: il tratto torna a binario unico. Quindi il tappo è solo spostato di qualche chilometro. E vai a ingegnarti con i transiti: chi passa prima e chi attende fra i cinque e gli altri?
Auguri a chi dovrà risolvere il risiko. Perché il budello quello è. E nemmeno volendo, i convogli si possono sovrapporre. Finché non si raddoppiano anche la linea e i ponti che da Curno portano a Ponte San Pietro, dunque, siamo al punto di prima. Non solo. Una quindicina di chilometri più in là c’è il problema dei problemi: il ponte di San Michele, strettoia obbligata e inevitabile, fra la provincia di Bergamo, il Lecchese e la Brianza.
Il fantomatico ponte sull’Adda
La celebre struttura ad arco in ferro che collega Calusco a Paderno risale al 1890. Per questioni d’età, dovrà essere chiusa nel 2030. Sul tavolo della Regione ci sono tre alternative. La prima è creare un altro ponte unico (ferrovia e auto) accanto all’attuale. La seconda è un nuovo attraversamento in zona Medolago. La terza è costruire due ponti separati, uno ferroviario e uno stradale.
Il primo scenario però (...)
Giuseppe, l'errore sul trasporto su rotaia fu fatto molti decenni fa, e non lo si risolve oggi con scelte massimalistiche. Prima di distruggere quello che c'è bisogna costruire le alternative, e per costruire ci vuole tempo e pazienza. Non servono talebani, da nessuna parte.
Questo e' quello che succede quando si da priorita' al trasporto su gomma rispetto a quello su binari....
Solo per rompere le palle ai cittadini..