Il carcere di Bergamo decimo in Italia per sovraffollamento. E il caldo peggiora le cose...
L'indice a fine giugno, secondo l'associazione Antigone, è arrivato al 180,3 per cento. La garante dei detenuti: «Le temperature alte acuiscono i casi più gravi»

Ennesimo aggiornamento, nuovamente verso l'alto. La situazione all'interno del carcere di Bergamo si fa sempre più incandescente, e non solo per il clima (il caldo certo non facilita la vita dei detenuti, anzi...), ma anche per il sempre più elevato sovraffollamento: l'ultimo report aggiornato al 30 giugno 2024 da Antigone, l'associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale, riporta la presenza di ben 575 carcerati a fronte di una capienza regolamentare di 319 posti. Il tasso d'affollamento a dunque sfondato il 180 per cento fatto segnare a metà giugno, toccando quota 180,3.
Se si considera che a inizio anno erano 562 e che il 30 giugno 2023 erano 534 (allora, il tasso di affollamento era circa del 167 per cento), la crescita del numero di detenuti in via Gleno in dodici mesi è stata del 7,7 per cento. Questi dati lo rendono il decimo in Italia per sovraffollamento.
Il report di Antigone "suddivide" anche i carcerati, spiegando che dei 575 attualmente presenti a Bergamo solo 39 sono donne (sette in più del luglio 2023), mentre ben 278 sono stranieri, poco meno del cinquanta per cento.
Sono numeri tragici e che vanno ormai oltre l'emergenza, dato che negli anni si sono cronicizzati. Ma il sovraffollamento, in estate, si fa ancora più difficile da sopportare, come ha spiegato la scorsa settimana, in un'intervista a L'Eco di Bergamo, la garante dei detenuti di Bergamo, Valentina Lanfranchi: «Le emergenze sono tante, dal disagio psicologico ai casi psichiatrici, che in estate si acuiscono: le condizioni nelle celle sono difficili, perché il caldo è il alcuni casi molto difficile da sopportare».
Sempre Antigone, inoltre, riporta come in via Gleno «tra la popolazione reclusa si registra un sessanta per cento di persone tossicodipendenti» e il conseguente «incremento dei casi di autolesionismo legati a richieste di aumento delle terapie farmacologiche». Queste persone non sono seguite adeguatamente data la carenza di personale di cui soffre la struttura. Un problema di tipo sanitario ovviamente, ma non solo.
Stando ai dati del Ministero, attualmente sono 198 gli agenti di polizia penitenziaria operativi, ma ne sarebbero previsti 243. C’è carenza anche di personale amministrativo: 14 effettivi a fronte di una previsione di 23 persone.