Sventato raggiro

Una 92enne di Strozza intuisce la truffa e fa arrestare il finto avvocato dai carabinieri

In manette un 22enne napoletano disoccupato, che in Tribunale si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha chiesto scusa

Una 92enne di Strozza intuisce la truffa e fa arrestare il finto avvocato dai carabinieri
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Ancora una telefonata a un'anziana, la storia sempre la stessa: «Suo figlio ha fatto un incidente, servono i soldi per le spese legali, passa l'avvocato a ritirarli».

Stavolta, però, il sedicente avvocato, che ovviamente non lo era, è stato arrestato il pomeriggio di mercoledì 18 settembre a Strozza, nell'androne dell'edificio dove viveva quella che doveva essere la vittima della truffa, che invece è stata determinante per l'azione dei carabinieri.

La telefonata sospetta

La 92enne, come riportato oggi (venerdì 20 settembre) da L'Eco di Bergamo, intorno alle 15.30 aveva ricevuto la chiamata di un falso maresciallo al telefono fisso. Il copione usato anche in quest'occasione diceva che il figlio aveva causato un grave incidente stradale, lui stava bene ma, dato che gli altri coinvolti erano feriti, occorreva subito del denaro per l'avvocato. Un tale Bianchi, che sarebbe passato di lì a breve per ritirare almeno duemila euro, come specificato dal delinquente all'altro capo.

Per assicurarsi che fossero abbastanza - la raccomandazione del falso militare - avrebbe dovuto racimolare tutti i contanti che aveva in casa. Una richiesta senza dubbio insolita, che ha insospettito sia la signora che l'amica che si trovava con lei. Motivo per cui, ha chiamato i carabinieri di Zogno, che le hanno detto di aprire al finto legale e farlo salire da lei, perché loro sarebbero stati nei paraggi e sarebbero subito intervenuti.

L'arresto del finto legale

Poco dopo, alla porta della pensionata ha suonato un 22enne napoletano, al quale lei ha aperto il cancellino. Mentre era sulle scale per arrivare al suo appartamento, però, il falso legale ha sentito la porta di sotto che si chiudeva un'altra volta: nel dubbio di essere caduto lui in trappola, è tornato indietro, ma è stato bloccato dai militari di sotto, che l'hanno arrestato.

Si è così scoperto che era arrivato nel paese della Valle Imagna con una Peugeot presa a noleggio, sequestrata insieme a due cellulari, uno dei quali usato per comunicare con il complice, che con molta probabilità era la vera mente del raggiro. La scorsa mattinata, in Tribunale si è avvalso della facoltà di non rispondere rispetto alle accuse nei suoi confronti, ma si è detto dispiaciuto per quanto successo. Incensurato, con un diploma di studi, ha raccontato di essere disoccupato.

Molto spesso, infatti, le menti di queste truffe, appartenenti in molti casi a gruppi organizzati, reclutano gente che ha bisogno di soldi da mandare al Nord come manovalanza, mentre loro fanno le telefonate dalla base. L'Accusa ha chiesto gli arresti domiciliari e il giudice ha disposto il divieto di dimora in Bergamasca. Il processo è stato aggiornato al 10 ottobre.

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