Le gioie e i dolori del “dientà ècc” secondo il dialetto bergamasco
Dalle nostre parti il rispetto per chi è anziano è ancora molto sentito: «L’val de piö ü ècc che sènto zùegn»
di Ezio Foresti*
Le polemiche risposte alle dichiarazioni di due anni fa di un’influencer che propone di togliere il diritto di voto agli anziani, i nòs-cc vècc, confermano che dalle nostre parti il rispetto per chi ha vissuto più di noi è ancora molto sentito. Basta scorrere i proverbi della tradizione per trovare affermazioni come a l’val de piö ü ècc che sènto zùegn, con un paragone fin troppo generoso a vantaggio dei vecchi.
Ma la condizione del senescente non è ovviamente tutta rose e fiori, come testimonia l’ambiguo a gnì ècc a s’diènta s-cècc, che non si sa se racconti un ringiovanimento dell’anima o una più prosaica regressione allo stato infantile. D’altra parte esisteva anche nei tempi andati la tendenza a escludere dalla vita sociale chi superava la soglia dell’età produttiva: quando s’vé ècc i te böta ‘n d’ü cantù, registrava mestamente un detto antico.
Certo, i nostri ottantenni che hanno ancora un’energia invidiabile liquidano la questione con un mé só mia ècc, che rafforzano con il motto l’è ècc chi mör. Come dire che il loro riposo sarà solo quello eterno. È anche vero che con piö che s’vé ècc piö l’rincrèss a mör, perché la saggezza accumulata con l’esperienza permette di godere di più delle semplici gioie della vita. Purtroppo esistono anche i malanni, per cui a una certa età i dà fò töte i magagne, cioè si sconta il fio di una vita di duro lavoro o, all’opposto, di una condotta dissoluta.
Diametralmente opposto al primo proverbio citato nell’articolo è piötòst de ü vècc co la barba grisa l’èmèi ü zùen sènsa camisa, a indicare che è preferibile ricevere le attenzioni di un giovane squattrinato che di un anziano agiato. Antonio Tiraboschi però annotava che «è un proverbio che le nostre donne hanno quasi interamente dimenticato», a significare che le relazioni dettate dall’interesse già a fine Ottocento non erano una rarità. A ben guardare, non c’è mai niente di davvero nuovo sotto il sole.
*in memoria
Bellissima rubrica, come sempre.