La sentenza

Assolti i tre dirigenti Sab per l'incidente in cui morì a Gazzaniga il 14enne Luigi Zanoletti

Nel 2018 un autobus investì il ragazzino insieme ad altri due ragazzi alla stazione autolinee, per il giudice nessuna corresponsabilità

Assolti i tre dirigenti Sab per l'incidente in cui morì a Gazzaniga il 14enne Luigi Zanoletti
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Assolti ieri (giovedì 3 ottobre) dall'accusa di cooperazione in omicidio colposo e lesioni gravissime, per violazione delle norme antinfortunistica, i tre dirigenti Sab finiti a processo per l'incidente alla stazione autolinee di Gazzaniga del 24 settembre 2018.

Vicenda nella quale un bus di linea investì un gruppo di tre studenti, uccidendo il 14enne Luigi Zanoletti di Ardesio e ferendo gravemente Paolo Marzupio e Simone Bigoni.

Non hanno commesso il fatto

La sentenza di assoluzione, come riportato oggi da L'Eco di Bergamo, è arrivata per non aver commesso il fatto. Non avrebbero quindi dato alcun contributo alla vicenda le condotte di Angelo Costa, ex presidente del Cda e legale rappresentante di Sab, Massimo Gandini, datore di lavoro pro tempore, e Moraldo Bossini, responsabile del servizio di prevenzione  e protezione dell'azienda.

Nel giugno 2019 il gup aveva deciso per il non luogo a procedere nei loro confronti, assolvendo anche la Sab dalla responsabilità amministrativa. Il pm Giancarlo Mancusi si era però appellato alla sentenza e quindi i tre dirigenti erano andati a processo.

Ad essere accolto la scorsa giornata dalla Corte, presieduta dalla giudice Patrizia Ingrascì, è stata la tesi della Difesa, che avevano insistito sulla condotta, definita «abnorme», dell'autista Aliou Gningue, che in uno spazio pieno di studenti aveva accelerato, dopo essere entrato nella stazione, raggiungendo la velocità di 18,9 chilometri orari in dodici metri percorsi.

Luigi Zanoletti

La tesi della difesa

Il conducente è stato condannato in abbreviato per omicidio stradale a 2 anni, 10 mesi e 20 giorni (ridotti in Appello dai 5 anni iniziali). I legali dei manager hanno fatto riferimento alla sentenza di condanna per Gningue, secondo la quale appunto la sua condotta imprudente aveva carattere di eccezionalità e imprevedibilità, ribadendo quindi l'assenza corresponsabilità dei propri assistiti nell'accaduto.

Nella sentenza d'Appello a Brescia, però, i giudici avevano fatto riferimento al concorso di colpa per ridurre la pena dell'autista, sottolineando la carenza di indicazioni nell'utilizzo del percorso pedonale per i dipendenti Sab, che poteva trarre in inganno gli utenti, così come l'assenza di una segnaletica specifica e di un moviere nelle ore di punta.

Il pm aveva chiesto una condanna a otto mesi per ciascuno dei dirigenti della società, definendo il tragitto pedonale fatto dai ragazzi in fila indiana pericoloso, perché mal disegnato e indicato, giudicando inoltre carente il documento di valutazione dei rischi stilato dall'azienda. Alla fine però è prevalsa la posizione degli avvocati, secondo cui niente poteva essere fatto in precedenza per prevenire la condotta improvvisa del conducente.

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