L’importanza delle Academy Its nelle aziende: una nuova opportunità
L’ente con sede a Verdellino sostiene l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro tramite programmi mirati e collaborazioni con imprese locali
Le academy ITS all’interno delle aziende stanno diventando un elemento sempre più rilevante per la formazione di nuovi professionisti. Offrono una combinazione di apprendimento pratico e teorico che si adatta perfettamente alle esigenze del mercato del lavoro, formando diplomati con competenze specifiche e tecniche molto richieste. Grazie a queste opportunità, gli studenti acquisiscono abilità in settori strategici e spesso trovano lavoro in tempi rapidi, con ottime possibilità di ottenere contratti a tempo indeterminato dopo un primo periodo di apprendistato.
Un esempio di questa realtà è rappresentato da Energheia, ente di formazione con sede a Verdellino, che sostiene l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro tramite programmi formativi mirati e collaborazioni con imprese locali. Le academy proposte da Energheia sono rivolte a settori in crescita, come la tecnologia e la sostenibilità, garantendo agli studenti di contribuire attivamente allo sviluppo economico e sociale del territorio. Per molti giovani, queste academy rappresentano una valida alternativa all’università, permettendo loro di entrare nel mondo del lavoro con competenze specializzate.
Abbiamo intervistato Marco Vezzoli e Roberta Bergamaschi, responsabili della realizzazione e pianificazione delle academy aziendali di Energheia, per approfondire il ruolo di queste strutture nel colmare il gap tra scuola e lavoro.
Quali sono le principali sfide nel collegare il mondo della scuola a quello del lavoro?
«Spesso ci troviamo davanti a giovani che, pur avendo completato le superiori, mancano di competenze tecniche direttamente spendibili nel mondo del lavoro. Molti di loro non proseguono con l’università e si trovano in una sorta di limbo. Nonostante il diploma, finiscono per svolgere lavori di bassa manovalanza o con contratti brevi, senza opportunità di crescita. La mancanza di un ponte tra la scuola e il lavoro è evidente. Attraverso le academy, cerchiamo di costruire quel link mancante, instaurando un dialogo tra scuola e lavoro che si fondi sulle reali esigenze del mercato».
Come si possono creare sinergie efficaci tra scuole, enti di formazione e aziende per favorire il percorso scuola-lavoro?
«Abbiamo sperimentato l’importanza di stabilire collaborazioni con le imprese disposte a investire nella formazione di nuovi profili tecnici. In questo modo, possiamo tradurre il linguaggio aziendale in competenze formative, sviluppando moduli tecnici. Tuttavia, è essenziale che il mondo della formazione identifichi professionisti in grado di dialogare efficacemente con le aziende, superando barriere linguistiche e culturali».
Quali competenze dovrebbero acquisire i giovani per affrontare con successo le richieste del mercato del lavoro odierno?
«Le competenze trasversali sono quelle più richieste: resilienza, comunicazione, collaborazione e capacità di adattamento. Le competenze tecniche sono importanti, ma spesso le soft skills vengono trascurate. Inoltre, i giovani devono essere pronti a imparare continuamente e ad adattarsi a figure professionali sempre più ibride».
In che modo i programmi di formazione possono adattarsi alle rapide trasformazioni del mercato del lavoro?
«I programmi devono uniformare il linguaggio tra la formazione e il lavoro. Ad esempio, non c’è una correlazione diretta tra i profili di competenza nazionali e i livelli contrattuali previsti dai vari Ccnl. È fondamentale che i percorsi formativi siano allineati a questi parametri, affinché le competenze sviluppate siano realmente spendibili nel mondo del lavoro».
Quali sono gli elementi chiave che rendono uno stage o un tirocinio realmente formativo per gli studenti?
«La presenza di tutor è essenziale per monitorare il progresso del tirocinante. Gli obiettivi devono essere condivisi e seguiti da entrambe le parti, affinché l’esperienza formativa sia davvero efficace».
In quali settori si registra la maggiore domanda di figure professionali formate attraverso esperienze pratiche?
«I settori più in crescita sono quelli meccanico, automazione, robotica, elettrico ed elettronico, insieme a idraulica e saldatura. Inoltre, anche il settore amministrativo sta richiedendo un numero sempre maggiore di figure intermedie come il payroll, un ambito in cui interveniamo per colmare il divario di competenze tra diplomati e laureati».
Come si può ridurre il gap tra la preparazione teorica fornita dalle scuole e le competenze pratiche richieste dalle aziende?
«Può essere ridotto solo con percorsi tecnici che prevedano almeno il quaranta per cento delle ore di formazione in un contesto lavorativo».
Quali caratteristiche rendono efficace un programma di formazione per preparare i giovani al mondo del lavoro?
«Un programma efficace deve essere costruito in collaborazione con le imprese, coinvolgendo i tutor aziendali nella formazione on the job, affinché le competenze sviluppate in aula siano trasferite correttamente al contesto lavorativo».
Quali difficoltà si incontrano nel favorire l’inserimento lavorativo dei giovani attraverso percorsi di formazione pratica?
«Le principali difficoltà sono legate all’organizzazione interna delle aziende. Formare un giovane richiede tempo e risorse che molte aziende non hanno. Inoltre, il tutor aziendale deve essere preparato per questo ruolo, cosa non sempre garantita».
Come potrebbe evolvere il rapporto tra scuola e lavoro?
«Le best practices già sperimentate possono rappresentare un punto di partenza, ma è necessario condividerle per evitare che diventino esperienze isolate e non accessibili a tutti».
Con l’impegno di enti come Energheia e grazie a una collaborazione sempre più stretta tra scuola e lavoro, il futuro dei giovani appare più promettente, offrendo loro opportunità concrete di inserimento nel mercato del lavoro attraverso una formazione mirata e qualificata.