Prestazione stratosferica di Hien, simbolo di una difesa che è un valore aggiunto
Quando davanti all'area di rigore la Dea riesce a difendere come a Napoli, i risultati arrivano e la sensazione di compattezza aumenta
di Fabio Gennari
Al primo minuto, al decimo, al trentesimo e ancora a fine primo tempo. Poi nella ripresa, prima contro Lukaku e alla fine contro Simeone. In anticipo e a contrasto, senza soluzione di continuità.
Isak Hien, a Napoli contro i partenopei, ha giocato probabilmente la sua miglior partita da quando è all'Atalanta. Una prova semplicemente impressionante quella fornita dal numero 4 degli orobici, che ha il grande merito di non aver mai perso la bussola. In ogni situazione.
Quando gioca così, il centrale svedese è un piacere per gli occhi, ma, soprattutto, un valore aggiunto incredibile per tutto il gruppo. Il bello è che al Maradona ha avuto talmente controllo della situazione che si è concesso pure il lusso di avviare l'azione del 2-0 di Lookman uscendo palla al piede (e testa alta) dal limite dell'area di rigore. Quando si mette in mostra così, quando sta bene così, è chiaro che l'Atalanta alza il livello difensivo in modo esponenziale e concede poco. Anzi, pochissimo.
I numeri sono importanti, ma quello che conta di più sono le prestazioni e la sensazione che gli uomini del pacchetto arretrato atalantino ti lasciano. Contro il Monza come contro il Celtic, a Napoli come sul campo del Venezia. Dalle parti di Carnesecchi si arriva solo se la Dea lo concede. E se lo concede è perché in quel momento c'è qualcosa che non va. Normalmente, nelle ultime settimane, tutto va invece nella direzione dei sogni e quindi Hien, a suo modo, diventa un simbolo.