L'intervista

«Per non rompere con la Lega, Gandolfi non si è opposto alla Bergamo-Treviglio»

Alessandro Sorte (Forza Italia): «Silenzio assordante (anche del Pd) sulla mia proposta di potenziare la viabilità ordinaria»

«Per non rompere con la Lega, Gandolfi non si è opposto alla Bergamo-Treviglio»
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di Wainer Preda

La proposta alternativa all’autostrada Bergamo-Treviglio, che non è stata presa in considerazione. Le ragioni delle scelte in Provincia. I retroscena dei giochi di potere. Dopo le elezioni del nuovo consiglio provinciale, Alessandro Sorte - parlamentare, coordinatore regionale di Forza Italia e deus ex machina degli azzurri - racconta come si sta muovendo e come si muoverà la politica nostrana, sulle scelte determinanti per il futuro della Bergamasca, da via Tasso alla Bassa.

Onorevole, i giochi in Provincia sono fatti, ma presto alcuni nodi, come l’autostrada Bergamo-Treviglio, verranno al pettine. Cosa ne pensa?

«Sono sempre stato un grande sostenitore della Bergamo-Treviglio. Solo che quattro anni fa, quando la Regione ha deciso di mettere sul tavolo 150 milioni di euro e quindi di dare un forte contributo pubblico a quest’opera, sono stato anche il primo a dire che quel contributo valeva la pena spenderlo subito per migliorare la viabilità esistente».

In particolare?

«Con la metà di quei soldi potevano realizzare subito la Nuova Cremasca e un collegamento veloce fra la Bassa e Bergamo sfruttando il casello di Bariano e quindi collegandosi con la Nuova Cremasca. Non si è deciso di procedere su questa mia proposta che, tra l'altro, aveva ottenuto anche altre adesioni fra cui quella del consigliere regionale Giovanni Malanchini, della Lega».

Non se n’è fatto niente. Perché?

«Si è voluto andare avanti sulla Bergamo-Treviglio. Io dico vediamo, perché le tempistiche cominciano a preoccupare. Sono passati quattro anni dallo stanziamento pubblico e si è ancora fermi. Speriamo si sblocchi velocemente perché, dal momento in cui si è optato per andare in questa direzione, alla fine quest’opera ha bisogno anche di essere realizzata».

Pasquale Gandolfi, presidente della Provincia di Bergamo

Ma c'è identità di vedute fra i partiti?

«Ribadisco, io quattro anni fa sono stato il primo ad avanzare un’altra proposta. Ma devo prendere atto che, tranne qualche rara eccezione, non solo dal centrodestra ma anche dal Pd c’è stato un silenzio assordante. Mi sarei aspettato che Gandolfi prendesse la palla al balzo e riaprisse tutto il ragionamento. E invece, siccome non voleva litigare con la Lega, anzi con una parte di Lega, sostanzialmente se l’è fatta andar bene».

Allora ci spieghi le due leghe e come stanno andando le cose in Provincia?

«Per l’area moderata direi molto bene. Alle Provinciali abbiamo eletto un consigliere in più e preso il 18,5 per cento. Abbiamo raccolto il consenso di 430 amministratori. È un segnale di forte radicamento sul territorio. Siamo determinanti e centrali nel panorama politico provinciale» (...)

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