Malpensata, «il telo impermeabile non basta»: chiesti chiarimenti sulla bonifica del piazzale
La consigliera comunale Cristina Laganà (FdI) avanza perplessità sul rischio di ristagni degli inquinanti ed eventuali allagamenti
La consigliera comunale di Bergamo Cristina Laganà (FdI) ritorna oggi (sabato 23 novembre) sulla questione dei lavori all'ex piazzale della Malpensata, dopo la risposta dell'assessore Oriana Ruzzini, domandando ulteriori chiarimenti su alcuni aspetti.
Ovvero, la presenza di sostanze nocive in una porzione dell'area, che hanno reso necessaria la posa sottoterra di un telo impermeabile, e il taglio degli alberi giudicati malati nel piazzale.
Tre anni per ampliare il parco
«L'11 novembre è stato presentato il progetto esecutivo, che prevede il termine dei lavori per l’inizio dell’estate 2025, il che significa che saranno trascorsi più di tre anni per un intervento di ampliamento del parco, di cui tre dedicati alle doverose opere di de-pavimentazione e bonifica del terreno - commenta Laganà nella richiesta presentata a Palazzo Frizzoni -. Siamo comunque lieti che la zona sia stata accuratamente ripulita giusto prima della risposta e che, come risulta dalle foto fatte da diversi cittadini della zona, siano stati raccolti i rifiuti, tra cui una batteria d’auto».
Il pericolo di ristagni e allagamenti
La consigliera d'opposizione arriva dunque alla questione del telo impermeabile posizionato a ridotta profondità rispetto alla superficie di circa un terzo dell'ex piazzale, vicino all'Opera Bonomelli. «La Messa in sicurezza permanente (Misp) normalmente riguarda zone in cui gli inquinanti tossici possano penetrare nel terreno, per cui bisogna provvedere ad impermeabilizzare il tutto. Di quali inquinanti si parla in questo caso? Non è più saggio tentare di eliminarli, piuttosto che rischiare di spargerli nel terreno circostante?».
Inoltre, il timore di Laganà è che, in caso di forti o costanti piogge, le acque non abbiano la possibilità di defluire correttamente, penetrando anche nel terreno, provocando così ristagni e allagamenti.
«Se le acque saranno bloccate poco sotto la superficie, la preoccupazione è che, nel caso di precipitazioni abbondanti, si crei una palude artificiale non prevista e non desiderabile, oppure che invadano le aree vicine, danneggiando il parco. Mi preme sottolineare questo aspetto perché, apprezzando il progetto presentato, sarebbe un vero peccato che venisse compromesso, senza contare il costo da sostenere per le casse dell’Amministrazione nel caso di danni, peraltro evitabilissimi».
I dubbi sugli alberi
Arriva poi agli alberi abbattuti nell'area del cantiere, per i quali a settembre 2023 si erano chieste delucidazioni, per capire se fossero malati unicamente le piante dell'area che doveva essere interessata dai lavori: «Anche su questo punto rimaniamo in attesa di una definitiva risposta».