Prezzi delle case e affitti alle stelle: Bergamo è sempre più una città per ricchi
Le famiglie con redditi medio-bassi spinte in periferia o nei paesi della cintura. Fuori gioco studenti e immigrati. Il nuovo tra 5 e 6 mila euro al mq
di Angela Clerici
I prezzi delle abitazioni nuove nella nostra città continuano a salire, quelli degli affitti pure. Monolocali e bilocali hanno raggiunto livelli forse non immaginabili fino a due, tre anni fa. Ormai è normale dovere sborsare mille euro per un bilocale arredato, ma si arriva tranquillamente a punte di mille e cinquecento. I monolocali costano poco meno. Nel giro di cinque anni si è verificato quasi un raddoppio del prezzo degli affitti.
Se poi allunghiamo la visione e allarghiamo il campo troviamo dei dati che fanno riflettere. Nel 1969 a fronte dello stipendio di centomila lire (la paga di un impiegato in un ente pubblico) un buon trilocale nella zona centrale di Bergamo costava 20 mila lire di affitto al mese. Il rapporto era di uno a cinque. Oggi un trilocale non arredato oscilla tra gli ottocento e i mille (ma anche di più) euro al mese. Un impiegato prende circa mille e quattrocento euro, forse mille e cinquecento euro al mese. Cioè il costo degli affitti è salito dal venti al sessanta-settanta per cento dello stipendio.
Si tratta di una delle ragioni per cui non è più possibile per una famiglia affrontare la vita con una sola persona che lavora, a meno che si tratti di professioni di alto livello. Ma per un operaio, un impiegato, un insegnante, un infermiere questa scelta non è reale.
Il problema non riguarda solamente gli affitti delle abitazioni, anche per i negozi i prezzi restano molto alti nonostante una leggera discesa nell’ultimo anno (circa il tre per cento in meno); per il commercio al dettaglio, anche nella zona centrale, la situazione rimane critica assai.
È stato pubblicato nei giorni scorsi il nuovo “Listino degli immobili della provincia di Bergamo” a cura di Fimaa (Federazione italiana mediatori e agenti d’affari) che mette a fuoco la situazione di Bergamo e provincia. Se la media degli aumenti è contenuta in circa il tre e mezzo per cento ci sono zone della città dove si è andati molto oltre. Il discorso riguarda anche la vendita e l’acquisto degli immobili. Ormai il nuovo (o rinnovato) ha raggiunto costi che, nelle zone migliori, oscilla tra i cinquemila e i seimila (anche seimila e 500) euro al metro quadrato. Insomma, come dire che per un appartamento di cento metri dobbiamo sborsare cinque o seicento mila euro.
Insomma, costi alle stelle (...)
"il costo degli affitti è salito dal venti al sessanta-settanta per cento dello stipendio", ROBA DA MATTI!!!!!
Tommy, ti sbagli, il nuovo di pregio si vende ancora benissimo, ma dipende da dove è. Chi ha i soldi ne ha sempre di più. Certo, se fai un condominio di classe A1 in un quartiere di fama non proprio ottima e lo metti sul mercato a prezzi molto cari, poi non ti devi stupire che ti resti quasi vuoto. Chi ha tanti soldi può scegliere, e lì non comprerà mai. Chi ci andrebbe, invece, non avrà mai i soldi per comperare perché costa troppo. E il condominio resta (quasi) vuoto, sul groppone di chi l'ha costruito ...
In effetti vivere nelle città non solo è costoso, ma è stressante ed estremamente insicuro. Se nel dopoguerra dai paesi ci si è accentrati nelle città ora si sta avvicinando la fuga. Forse riprenderanno vita i paesi, le botteghe, le attività artigianali, l’agricoltura, la pastorizia, la silvicoltura. Così si riabiliterà la vita più semplice e l’ambiente.
A volte mi chiedo chi sia disposto a pagare certe cifre per vivere in una città in mano ai maranza, agli spacciatori e a briganti di ogni genere provenienti da ogni dove. Qualcuno me lo sa spiegare?
MG 6 un grande