Le indagini

Accoltellato a Villa d'Almè per aver pagato la droga con soldi falsi. Pusher arrestato per tentato omicidio

Il fornitore marocchino, irregolare in Italia, si sarebbe accorto dell'inganno solo in un secondo momento: la discussione per il denaro è degenerata

Accoltellato a Villa d'Almè per aver pagato la droga con soldi falsi. Pusher arrestato per tentato omicidio
Pubblicato:

Ci sarebbe di mezzo la droga nell'accoltellamento avvenuto lo scorso primo dicembre a Villa d'Almè: il ferito, un 35enne tunisino, avrebbe acquistato con un complice un chilo di cocaina da un giovane marocchino, pagando con 11mila euro in banconote false. Il fornitore, rendendosi conto in seguito di essere stato ingannato, ha così deciso per una spedizione punitiva, raggiungendolo in una zona boschiva e colpendolo con un grosso coltello.

Il presunto colpevole, irregolare sul territorio nazionale, dopo delle indagini serrate dei carabinieri di Zogno e del Nucleo investigativo di Bergamo, è stato arrestato il 6 dicembre con l'accusa di tentato omicidio pluriaggravato. I militari hanno ricostruito i suoi movimenti, attraverso le immagini delle telecamere di sorveglianza e i racconti di alcune persone informate sui fatti.

La spedizione punitiva

Il maghrebino, resosi conto che i soldi che l'altro gli aveva dato per gli stupefacenti non erano veri, l'aveva raggiunto quel pomeriggio nel boschetto a bordo della macchina di un italiano, suo conoscente nonché cliente. Avrebbe preteso che gli venisse pagata la partita di merce illegale, ma l'altro avrebbe rifiutato. A quel punto, con la lama acquistata in precedenza per l'occasione, gli avrebbe inferto un fendente alla schiena, provocando la perforazione di un polmone e la frattura di alcune costole.

Dopo l'aggressione, il marocchino è salito a bordo della vettura dell'italiano, che non era a conoscenza fino a quel momento del suo piano, per poi allontanarsi dalla scena del reato. Il tunisino, che sanguinava abbondantemente, è uscito dalla macchia di vegetazione, dirigendosi verso la pista ciclabile. Un passante l'aveva poi notato e aveva chiamato il 118. Trasportato d'urgenza in ospedale e subito operato, i medici erano riusciti a scongiurarne la morte e aveva ricevuto una prognosi di sessanta giorni.

L'inseguimento nei campi e l'arresto

Si è così arrivati alla mattina del 6 dicembre, quando i carabinieri l'hanno rintracciato nelle campagne del paese, inseguito per diverso tempo e infine bloccato. Nell'abitazione temporanea che aveva a Bonate, durante la successiva perquisizione, le forze dell'ordine hanno trovato dosi considerevoli di cocaina e marijuana, un bilancino di precisione, materiale per il confezionamento delle dosi e del denaro, ritenuto provento dell’attività illecita. Non è invece stata ancora rinvenuta l'arma del delitto.

Interrogato alla presenza del suo avvocato, l'irregolare si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma i gravi elementi raccolti a suo carico hanno portato la Procura a chiedere la custodia cautelare in carcere. Le motivazioni presentate dal magistrato sono relative al pericolo di fuga e di reiterazione del reato, tenendo conto delle circostanze aggravanti della premeditazione e dei motivi abietti.

All'udienza tenutasi la mattina di lunedì 9 dicembre, il gip ha convalidato il fermo e accolto la richiesta, per cui il sospettato si trova ora nel carcere di via Gleno.

Commenti
Marco88

E dobbiamo anche curarli!!!! Maledetti diritti !!!!

Seguici sui nostri canali