la presentazione

Parla Pacelli, nuova direttrice della Carrara: «È già un museo splendido, facciamolo volare»

Appena entrata in carica, ha ben in mente tre aspetti: la relazione con il territorio, la ricerca scientifica e la valorizzazione del patrimonio

Parla Pacelli, nuova direttrice della Carrara: «È già un museo splendido, facciamolo volare»
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di Marta Belotti

Ha fatto il suo ingresso ufficiale tra i «benvenuta» e gli auguri di compleanno Maria Luisa Pacelli, nuova direttrice dell'Accademia Carrara che oggi, mercoledì 11 dicembre, si è presentata ufficialmente alla città di Bergamo.

Lo ha fatto con accanto la sindaca Elena Carnevali (nonché presidente della Fondazione Accademia Carrara) e il vicesindaco e assessore alla Cultura, Sergio Gandi. In platea, anche il general manager Gianpietro Bonaldi e i colleghi Lorenzo Giusti, direttore della Gamec, Roberta Frigeni, direttrice del Museo delle Storie, e la ex direttrice della pinacoteca stessa, Maria Cristina Rodeschini.

La sindaca: «Saprà valorizzare l'Accademia»

Il lavoro di Pacelli è iniziato lunedì, dopo la nomina del 18 novembre a chiusura di un periodo decisamente burrascoso dettato dalle dimissioni della precedente direttrice, Martina Bagnoli.

La sindaca ha ripercorso le tappe salienti dell'esperienza lavorativa di Pacelli, laureatasi nel 1998 all'Università Ca' Foscari di Venezia e da un quarto di secolo attiva in tutta Italia, inizialmente come responsabile scientifico e organizzativo delle mostre della Fondazione Ferrara Arte a Palazzo dei Diamanti, poi come direttrice delle Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara (dal 2010 al 2020) e, infine, fino a pochi mesi fa della Pinacoteca di Bologna. Per questo Carnevali si è detta «convinta della sua capacità nella valorizzazione delle collezioni e del patrimonio, nonché nel rapportarsi con il territorio da un lato e con lo staff interno e le istituzioni esterne dall'altro».

Ha sottolineato anche l'«affidabilità e rispettabilità delle quali l'Accademia gode a livello nazionale e internazionale», evidenziando in particolare il numero di prestiti e all'aumento dei visitatori.

Gandi: «Ringrazio anche Bonaldi»

Da sinistra a destra: l'assessore alla cultura Sergio Gandi, la nuova direttrice dell'Accademia Carrara Maria Luisa Pacelli, la sindaca e presidente della Fondazione Elena Carnevali

Molto diretto l'esordio dell'intervento del vicesindaco Gandi, che non si è sottratto dall'affrontare e ricordare le tensioni che hanno animato la Fondazione nell'ultimo mese, in particolare in riferimento al modello di gestione e al ruolo del general manager di Bonaldi. «Oggi è una giornata lieta dopo un periodo di turbolenze. Ringrazio anche Bonaldi per l'attività svolta in questo momento così delicato che ha affrontato con equilibrio. Senza considerare poi quello che ha fatto in questi anni». I ringraziamenti si sono allargati poi a tutto lo staff della Carrara.

Della nuova direttrice ha detto: «Due cose mi sono piaciute subito: la sua volontà di valorizzare il patrimonio e quella di mettersi in comunicazione con il territorio, creando un rapporto solido con la città e i cittadini, anche con chi non è un esperto o che si vicina con curiosità al museo».

La immagino «una casa aperta»

Infine, ha preso parola la diretta interessata, la direttrice Pacelli, che ha voluto innanzitutto spiegare chi sia, raccontando quindi le sue esperienze passate, e sottolineare la sua stima per l'Accademia Carrara e per il suo patrimonio. Sul futuro ha dichiarato: «Non sono arrivata qui con un'idea preconfezionata, però, ho dei punti fermi ben chiari: la relazione con il territorio; l'enfasi sulla ricerca scientifica e la produzione di valori culturali; la valorizzazione del patrimonio».

Ha aggiunto: «Questo è un museo splendido, che funziona bene e del quale si parla con interesse nel settore: possiamo far volare questa istituzione. La immagino come una casa aperta».

«Felice di fare lo storico dell'arte»

Infine, sollecitata sul suo rapporto con il general manager, ha spiegato: «Ho lavorato in collaborazione con musei internazionali e devo dire che questo modello di gestione non è così raro. In più, egoisticamente, venendo da un'esperienza come quella bolognese, in cui siamo stati a lungo in carenza d'organico e in cui mi sono trovata a fare tanti lavori contemporaneamente, sono felice di potermi dedicare ora a fare lo storico dell'arte, che è quello che mi piace di più».

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