I familiari delle vittime sull'archiviazione dell'inchiesta Covid: «Nessuno paga, inaccettabile»
L'associazione #Sereniesempreuniti sottolinea: «Indagine storica, ma non avere la possibilità di capire le responsabilità è grave»
«Che non paghino i pesci piccoli è condivisibile, ma che non paghi nessuno è inaccettabile», con queste parole il direttivo di #Sereniesempreuniti, l'associazione dei familiari delle vittime di Covid, commentano l'archiviazione del 4 dicembre dell'ultimo filone dell'inchiesta Covid della Procura di Bergamo, che si aprì ad aprile 2020 e si concluse e marzo 2022 con venti indagati.
«Un'indagine storica»
Nonostante il risultato, l'associazione #Sereniesempreuniti fa notare come, ancora prima che il gruppo si costituisse, tanti di loro, singolarmente, avevano depositato diverse denunce in provincia. Da queste è nata «un'indagine davvero storica», come sottolineano. Continuano: «Non avere la possibilità di capire in sede dibattimentale chi dovesse fare cosa è grave e lede, ancora una volta, la memoria dei nostri cari. Tra di noi ci sono diverse persone che hanno perso qualcuno all'ospedale di Alzano Lombardo e neppure le falsità dichiarate sulla sanificazione sono state prese in considerazione. Non ci resta che confidare nella Cedu, la Corte Europea per i diritti dell'Uomo, che ha accolto il ricorso presentato da alcuni di noi».
Una bara per camion?
I familiari mettono il punto anche sulla dichiarazione di Antonio Porto, segretario nazionale del sindacato Organizzazione sindacale autonoma (Osa) di polizia, data il 19 novembre 2024 davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulla gestione dell'emergenza causata dalla diffusione epidemica del virus Sars-Cov-2. Nello specifico il sindacalista ha posto una domanda sibillina: «Perché una bara a camion quando ne potevano andare due, tre? Cosa voleva portare alla popolazione quell'immagine?».
Contro le illazioni
La domanda quindi lasciava trapelare uno svilimento dei fatti, dando per scontato che ogni camion trasportasse solamente una bara. «Chi di noi ha vissuto quei momenti concitati - commentano sempre dal direttivo - e ha avuto i propri cari su quei camion, non può accettare che una persona estranea alla vicenda possa permettersi di ipotizzare una tesi così grave in una sede così importante. Confidiamo che la Commissione, dove anche noi siamo stati auditi con il nostro legale Locati, porti avanti il lavoro in maniera sera come fatto sin d'oggi. Gli italiani si meritano la verità non subdole illazioni».
Questa è l'Italia. Che delusione, che tristezza, che rabbia. Massima solidarietà ai parenti delle vittime. Vi abbraccio uno per uno.
Dai Francesco Giuseppe, non ti danno più l'impero d'Austria e Ungheria
Ovvio che sarebbe finito tt in una bolla di sapone.... speravate in una condanna? Illusione totale .Chi li tocca....
Da che parte stia la magistratura è ormai evidente a tutti, basti vedere la decisione di ieri sullo sciopero generale, ma che arrivassero ad archiviare tutto solo perchè allora il governo era di una certa parte è veramente assurdo. Come quel magistrato che ha archiaviato l'esposto sull'alluvione di Bergamo del 9/9 scorso, perchè troppo complicata.