La lettera

Consiglio delle donne, Paganoni: «Non è un circolo privato, escludere Pro Vita è antidemocratico»

L'ex consigliere di Palazzo Frizzoni: «Il mio pensiero distante anni luce da loro, ma è aberrante la volontà di censura»

Consiglio delle donne, Paganoni: «Non è un circolo privato, escludere Pro Vita è antidemocratico»
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L'ingresso delle Pro Vita e Famiglia di Bergamo nel Consiglio delle donne a Palazzo Frizzoni ha fatto molto discutere, non tanto per l'evento in sé, quanto per il putiferio che si è scatenato subito dopo.

Scontro sui Pro vita

Alcune consigliere di sinistra giudicano incompatibili i principi dell'associazione con quelli dello Statuto. Tra queste, certe hanno annunciato che chiederanno di rivedere la decisione in occasione della prima riunione il prossimo 14 gennaio, con le femministe di "Non una di meno" che stanno chiamando a raccolta gente per presenziare all'assemblea. A destra, Fratelli d'Italia invita al rispetto dei principi democratici, la sindaca Elena Carnevali chiede alle Pro vita quello dello Statuto e della Costituzione.

La lettera di Paganoni

In questo contesto si inserisce la lettera, inviata il giorno di Natale, dall'ex consigliere comunale Simone Paganoni sull'argomento alla nostra redazione. Nel testo, spiega come secondo lui l'intento di una parte politica, insieme ad attivisti, di escludere l'associazione dall'organo sia un atteggiamento antidemocratico.

«Spettabile redazione,

Trovo molto preoccupante quanto sta accadendo in merito all'ingresso dell'Associazione "Pro Vita" nel Consiglio delle donne di Bergamo. Ricordo a tutte a e tutti che il Consiglio delle donne è un organismo istituzionale, non un circolo privato. Ed essendo un organismo istituzionale non è ammissibile che ci sia qualcuno che si arroghi il diritto di dire "tu entri, tu non entri".

Senza arrivare a scomodare il pensiero di Beatrice Hall, citato anche dall'indimenticato Presidente Pertini ("Dico al mio avversario: io combatto la tua idea che è contraria alla mia, ma sono pronto a battermi perché tu la tua idea la possa esprimere sempre liberamente.”), mi chiedo quali siano le basi democratiche su cui si fonda il pensiero di chi vorrebbe cacciare questa associazione. Il fatto che con un referendum l'Italia abbia deciso a favore della legge 194 impedisce, a chi ha perso, di poter parlare?

Quindi, chi perde le elezioni non dovrebbe più avere il diritto di sedere in un consiglio comunale o in parlamento? Oggi il "caso" è l'associazione Pro Vita, domani a chi toccherà? Chi è la prossima associazione che, a certi partiti o associazioni di sinistra, non piace e di cui chiederanno l'esclusione antidemocratica da un organismo istituzionale?

Il mio personale pensiero su quanto portato avanti dall'associazione Pro Vita è distante anni luce (come lo era quello di mio padre Alberto Paganoni che, in merito alla battaglia per il diritto all'aborto, diede, letteralmente, anima e corpo) ma questo non mi impedisce di trovare aberrante la volontà di censura.

Io le loro idee le combatto e le combatterò sempre con la forza della ragione, non cacciandoli e censurandoli da un organismo istituzionale. Non solo: non mi risulta che, all'interno del Consiglio delle donne, si parli e discuta sempre e solo di "interruzione di gravidanza", quindi, per qualcuna (partiti, associazioni e altre cariche del consiglio comunale) ci sono forse donne di serie A che possono parlare di tutto e donne di serie B che non hanno diritto di parola solo perché, su un determinato argomento, la pensano all'opposto di come la pensano loro?

Attenzione alle derive antidemocratiche perché, citando ancora Pertini (dal discorso di fine anno nel 1979): "Alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie" e, la democrazia, impone che anche chi la pensi diversamente da me (nel rispetto della carta costituzionale, ovviamente) abbia sempre il diritto di esprimersi.

Simone Paganoni, già consigliere comunale per 35 anni di cui, circa 15 anni, passati all'opposizione ma, fortunatamente, sempre con il diritto di parola».

Commenti
Claudio

Probabilmente condivido ben poco delle idee di Paganoni ( che non conosco ) ma ne apprezzo molto l'onestà intellettuale.

Francesco Giuseppe

Uno di sinistra che parla di come deve essere DAVVERO la democrazia, invece che chiamarsi partito democratico e non esserlo, merita plauso e rispetto. Bravo.

Marcello

Matteo, infatti è diventato un "ex" consigliere. Si vede che dava fastidio proprio ai suoi compagni di cordata....

Cri

Come ridurre una commissione a pollaio.

Matteo

Uno di sinistra che merita rispetto.

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