Bertolaso visita la Centrale unica al Point di Dalmine: il futuro sarà la telemedicina
L'assessore regionale alla Salute visita la sede del nuovo servizio di assistenza media per via telematica. Oltre 40 mila finora le chiamate al 116-117

di Wainer Preda
Secondo giorno a Bergamo per l'assessore regionale alla Sanità Guido Bertolaso che oggi (sabato 18 gennaio) al Point (Polo per l'innovazione tecnologica) di Dalmine ha visitato la Centrale unica di continuità assistenziale, l'ex guardia medica.
Il servizio, frutto della collaborazione delle tre Asst bergamasche in coordinamento con Ats Bergamo e Areu, in realtà è attivo in via sperimentale dal luglio dello scorso anno. Tuttavia l'occasione è stata propizia per fare il punto su quanto ottenuto finora.
Sono state decine di migliaia finora le chiamate dei pazienti al numero unificato 116-117 e alla Centrale unica che fa capo all'Asst Papa Giovanni di Bergamo. All'altro capo del telefono, ci sono gli operatori che rispondono a quelle persone di Bergamo e provincia che necessitano di assistenza sanitaria non urgente, negli orari serali e notturni e durante i giorni prefestivi e i festivi.
La Centrale unica poi smista le chiamate ai medici di continuità assistenziale, agli 11 ambulatori aperti sul territorio (in corrispondenza delle Case di Comunità di Bergamo, Villa d'Almé, Sant'Omobono, Zogno, Seriate, Grumello, Albino, Clusone, Dalmine, Romano, Calusco). Oppure, in caso di necessità, ai diversi Pronto Soccorso.
Oltre a vagliare le chiamate, la Centrale dispone di medici che, grazie alla telemedicina, possono gestire le diverse situazioni senza costringere il paziente a spostarsi dal suo domicilio. Grazie a una videochiamata per la televisita, ed effettuando direttamente anche prescrizioni online. In caso di necessità, il paziente viene invitato a recarsi all’ambulatorio di continuità assistenziale più vicino. Oppure viene attivata la visita domiciliare, sempre in base alla valutazione effettuata dal medico.
I risultati della sperimentazione
Il servizio per ora è attivo in Bergamasca tutti i giorni dalle 19.00 alle 8.00 della mattina seguente. Nei giorni prefestivi e festivi invece è attivo per tutte le 24 ore. Una volta che l'operatore telefonico ha recepito la chiamata del cittadino, il tempo d'attesa medio per la presa in carico del paziente da parte del medico della Centrale è attualmente di 12 minuti. Ma con il passare dei mesi si arriverà a tempi più celeri.
Nei sei mesi dall'apertura ad oggi la Centrale unica ha gestito oltre 45mila casi. Al momento la sede unica di Dalmine è dotata di 15 postazioni per gestire le chiamate dei cittadini. Alla Centrale lavorano e sono presenti 10 medici durante il turno diurno dalle 8 alle 20, 4 medici nel turno dalle 20 alle 8 del mattino e 3 medici nel turno serale dalle 19 alle 24.
I medici delle postazioni periferiche hanno gestito circa 40mila visite smistandole agli ambulatori. Oltre 550 visite sono state effettuate a domicilio e 791 gli accessi domiciliari per constatazione di decesso.






Il 51 per cento dei pazienti che si sono rivolti al nuovo servizio è stato gestito esclusivamente per via telefonica o in videochiamata. Il 37 per cento inviato agli ambulatori. Per il 2 per cento si è attivato il 118, mentre solo per l'un per cento è stato necessaria la visita domiciliare.
Quanto all'annosa carenza di medici degli ultimi anni, i dati dicono che sono 209 allo stato attuale i medici attualmente contrattualizzati in provincia di Bergamo, di cui 87 reclutati dall'estate scorsa a oggi. Ma sempre più serviranno dottori capaci di adeguarsi alle svariate situazioni arrivate attraverso le richieste della Centrale unica, che si coordinerà con le altre Centrali del territorio.
«In questo primo periodo di partenza del nuovo servizio – ha detto l'assessore Bertolaso – in Centrale unica sono arrivate tantissime telefonate. Ringrazio i medici che in questi giorni hanno dato prova di grande professionalità e dedizione con un carico di lavoro molto elevato. Miglioreremo ulteriormente il servizio dopo la prima fase di rodaggio, grazie ai suggerimenti che ci daranno i professionisti che vi operano. Con i dati che abbiamo a disposizione potremo svilupparlo al meglio. Certo è che questo è il futuro, ci vorrà un po' di tempo ma la tecnologia e la telemedicina sono la medicina territoriale a cui puntiamo».