Un articolo, mille dubbi

Cosa scrive il Pulitzer Hersh sul blitz in cui morì Bin Laden

Cosa scrive il Pulitzer Hersh sul blitz in cui morì Bin Laden
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Sono da poco passati i 4 anni della morte di Osama Bin Laden e un giornalista americano, Seymour Hersh, confuta la tesi ufficiale diffusa dagli Stati Uniti sulla morte dell'ex-leader di Al Qaeda. La verità ufficiale sull'uccisione dello sceicco del terrore, scrive il reporter su un lungo articolo per il London Review of Books, sarebbe stata una messa in scena per favorire la rielezione di Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti. Washington smentisce, bollando come «asserzioni senza fondamento» le teorie di Hersh, che però ha costruito la sua tesi con dettagli, particolari e nomi.

La versione ufficiale. All’alba del 2 maggio 2011 in Italia arrivò la notizia che Osama Bin Laden era stato catturato e ucciso durante un blitz delle forze speciali americane. Si nascondeva in un covo ad Abbottabad, nel nord del Pakistan, sulla strada che porta verso il Kashmir. Gli americani gli davano la caccia da dieci anni, da quando l’11 settembre 2001 il terrorista saudita ha cambiato per sempre i destini del mondo. Aveva fondato Al Qaeda nell'88, era noto all’intelligence americana già negli anni Novanta ma solo dopo l’attacco alle torri gemelle di New York divenne il nemico pubblico numero uno, il simbolo del terrorismo islamista anti-americano. Quando in Italia era ancora notte, alle 00.05 del 2 maggio 2011, ora pakistana, l'unità anti-terrorismo DEVGRU, il reparto speciale dei Navy Seals creato appositamente per portare a termine complicate azioni antiterrorismo, uccise la “Primula rossa”. Al blitz partecipò anche la Special Activities Division della CIA. A uccidere il principe del terrorismo furono due proiettili che lo colpirono al petto e all’occhio sinistro. Il nascondiglio venne scoperto seguendo le tracce lasciate da un corriere di Bin Laden.

Strascichi tra Usa e Pakistan. L’operazione, che durava da oltre un anno, lasciò dietro di sé una scia di polemiche tra Washington e Islamabad: il raid venne condotto unilateralmente dagli americani, quindi, senza informare i servizi pakistani che, velatamente, sono stati accusati di aver favorito la latitanza di Bin Laden e di cui più o meno ufficialmente sono state mostrate la negligenza e l’inadeguatezza.

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President Barack Obama and Vice President Joe Biden, along with with members of the national security team, receive an update on the mission against Osama bin Laden in the Situation Room of the White House, May 1, 2011. Please note: a classified document seen in this photograph has been obscured. (Official White House Photo by Pete Souza) This official White House photograph is being made available only for publication by news organizations and/or for personal use printing by the subject(s) of the photograph. The photograph may not be manipulated in any way and may not be used in commercial or political materials, advertisements, emails, products, promotions that in any way suggests approval or endorsement of the President, the First Family, or the White House.

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L'annuncio di Obama. Il presidente americano Barack Obama diede l’annuncio della morte dopo aver seguito in diretta il blitz, grazie alle microcamere installate sugli elmetti dei corpi speciali: «Giustizia è fatta», disse. L'immagine del presidente americano che guarda il monitor nella Situation Room della Casa Bianca insieme al vicepresidente Joe Biden, al Segretario di Stato Hillary Clinton e ai membri della sicurezza nazionale è passata alla storia, simbolo dell'attesa con cui tutto il Paese attendeva quella notizia. Poi, il corpo di Bin Laden venne seppellito in mare seguendo le regole dettate dall’islam in questi casi. Se ci siano fotografie o immagini della cerimonia non è dato saperlo, poiché tutti i documenti sono stati segretati per questioni di sicurezza nazionale. A detta della Casa Bianca, la missione condotta da quelli che sono stati definiti da Obama «un piccolo gruppo di uomini coraggiosi» prevedeva in realtà solo la cattura del terrorista, che sarebbe stato successivamente sottoposto alla giustizia. Venne ucciso perché cercò di reagire.

 

 

La versione di Hersh. Fin qui la versione ufficiale. Rivista però da Seymour Hersh nei punti fondamentali della ricostruzione ufficiale dell’amministrazione Obama. Secondo il giornalista, le cui fonti sono anonime, non ci fu alcuna sparatoria e lo sceicco del terrore venne venduto agli Usa dai servizi pachistani. Il covo di Abbottabad in realtà non sarebbe stato un fortino sicuro dove Bin Laden trovava riparo, ma una prigione in cui lo sceicco veniva tenuto dai pachistani sin dal 2006, quando sui monti dell’Hindu Kursh dove viveva con mogli e figli venne tradito dagli abitanti del posto. I pachistani si occupavano del mantenimento di Bin Laden anche grazie ai fondi concessi dall’Arabia Saudita per tenerlo prigioniero. Per 25 milioni di dollari l’intelligence americana ha comprato da una fonte dei servizi pachistani la soffiata che li ha condotti al nascondiglio. I servizi pachistani, stando alla ricostruzione di Hersh, avrebbero tagliato l'energia elettrica al compound di Abbottabad poco prima che i Navy Seals facessero irruzione, e gli unici colpi sparati furono quelli che uccisero lo sceicco di Al Qaeda. Per essere sicuri di trovarsi di fronte a Bin Laden e di essere nel posto giusto, gli americani si fecero dare dei campioni di dna dal medico militare che lo seguiva per il suo precario stato di salute. Pare che una fonte avrebbe rivelato a Hersh: «La verità è che Bin Laden era un anziano invalido, ma questo non possiamo dirlo».

 

 

Il corpo di Bin Laden. Anche la fine che fece il corpo non è, secondo Hersh, quella che sostiene l’America. Il cadavere di Bin Laden non venne gettato in mare con una cerimonia rispettosa dei dettami islamici, ma fatto a pezzi e poi racchiuso in sacchi che vennero lasciati precipitare tra le montagne dall'elicottero in volo verso Jalalabad.

Chi era Osama Bin Laden. Nato a Riyad, in Arabia Saudita, nel 1957 da una ricca famiglia di etnia kindita yemenita di religione musulmana sunnita, Osama Bin Laden era il diciassettesimo di 52 fratelli. Suo padre era un ricco costruttore e sua madre era siriana. Si laureò in Economia presso l’università di Gedda, dove conseguì anche un diploma in ingegneria civile. Ha avuto 4 mogli e 25 o 26 figli. Nel 1980 si unisce alle truppe della resistenza afghana per liberare il Paese dalle truppe sovietiche, divenendo un vero e proprio eroe nel suo Paese. L’odio per il mondo occidentale e i suoi valori si rafforza sempre più fino a quando, insieme ai suoi uomini, nove anni più tardi, decise di fondare Al Qaeda, un movimento paramilitare, nato con l’obiettivo di combattere l’Occidente e i vari regimi islamici filo-occidentali. All’epoca divenne un eroe in Arabia Saudita. Alla sua patria preferì il Sudan, dove diede avvio a una più organizzata ed efficace attività terroristica, ampliando via via il suo raggio d’azione, fino a dare ad Al Qaeda i contorni di un’organizzazione internazionale, con attività e radicamenti nel mondo intero. Dopo l’11 settembre la sua storia è nota, anche se tre anni prima Bill Clinton fu il primo presidente americano a ordinare il congelamento dei suoi beni. La latitanza durò dieci anni, durante i quali lo sceicco ha diffuso numerosi videomessaggi. Di questi non tutti si sono rivelati autentici. Sulla testa di Bin Laden venne posta dal governo Usa una taglia di 25 milioni di dollari. Secondo Hersh se li è aggiudicati la talpa pachistana.

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