Identificata la donna trovata senza vita ad Alzano: è una 44enne di origini marocchine
Secondo gli inquirenti, la vittima avrebbe avuto un «percorso di vita difficile». La pm ha già aperto un fascicolo per omicidio volontario
È stata identificata la donna ritrovata senza vita domenica 6 aprile sul greto del fiume Serio ad Alzano Lombardo, sotto il cavalcavia della provinciale 35. Si tratta di una 44enne di origini marocchine, nata nel 1981, con quello che gli inquirenti definiscono un «percorso di vita difficile».
La ricostruzione
La macabra scoperta risale alla mattinata di domenica, quando un passante ha notato il corpo nei pressi del viadotto della provinciale 35, al confine tra Alzano e Ranica. La vittima giaceva parzialmente coperta dalla polvere dei sassi fluviali, indossando solo biancheria intima nera e una canottiera bianca arrotolata sotto il seno. L'aspetto aveva inizialmente fatto pensare a una donna più giovane, tra i 30 e i 35 anni, ma l'identità è stata accertata solo nelle ultime ore.
L'autopsia, inizialmente prevista per mercoledì, è stata anticipata a oggi, lunedì 7 aprile, alle 15.30 presso l'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. La decisione è stata presa per effettuare il prima possibile accertamenti sul corpo che potrebbero rivelarsi decisivi per orientare le indagini.
Fascicolo aperto
La pm Giulia Angeleri ha aperto un fascicolo per omicidio volontario contro ignoti, l'ipotesi più grave, proprio per non escludere alcuna strada investigativa. Le indagini sono coordinate dalla Procura di Bergamo e vedono impegnati i carabinieri del nucleo investigativo e dell'Aliquota operativa, con il supporto di un team da Milano.
Al momento del ritrovamento, la donna non aveva con sé documenti né effetti personali come cellulare o portafogli. Il cadavere era asciutto: non sarebbe quindi entrato in contatto con l'acqua del fiume, in quel punto molto bassa. Il corpo, rinvenuto in posizione supina, secondo quanto emerso dai primi rilievi mostrava lividi ed escoriazioni, ma nessuna ferita d'arma da taglio o da fuoco.
Gli elementi raccolti fanno pensare che il decesso possa risalire ad almeno 48 ore prima del ritrovamento. Dunque, i dettagli aprono a uno scenario inquietante: qualcuno potrebbe aver trasportato la donna già senza vita in quel punto del fiume.
Si indaga sul passato della vittima
Come riporta il Corriere Bergamo, la vittima non abitava in provincia di Bergamo, pur avendo legami parentali nella Bergamasca. Gli investigatori stanno incrociando i dati dei telefoni cellulari e analizzando i passaggi veicolari registrati nell'area per ricostruire gli ultimi movimenti della vittima.
Esclusa per ora l'ipotesi del suicidio, anche perché non si spiega come mai, qualora la donna si fosse tolta la vita gettandosi dal ponte, l'avrebbe fatto in biancheria intima. Le escoriazioni sul corpo potrebbero ricondurre a un trascinamento, ma non si può escludere nemmeno che abbia incontrato il suo assassino in quel luogo appartato.
Al momento non sono emersi collegamenti con denunce di scomparsa presentate nei giorni precedenti. Gli inquirenti stanno anche cercando di stabilire se il corpo sia stato effettivamente trasportato e abbandonato in quella zona o se sia soltanto stato gettato dal viadotto durante le ore notturne. Nelle prossime ore, dopo il completamento dell'esame autoptico, ulteriori dettagli potrebbero chiarire non solo le cause della morte, ma anche aiutare a ricostruire le ultime ore di vita della donna.