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Una firma bergamasca per l'Agnus Dei della Sagrada Familia: Andrea Mastrovito

L'artista ha vinto un concorso internazionale ed è stato scelto per realizzare l'opera che adornerà la croce sulla torre di Gesù Cristo

Una firma bergamasca per l'Agnus Dei della Sagrada Familia: Andrea Mastrovito
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Un prestigioso riconoscimento internazionale porta la firma bergamasca sulla più celebre opera incompiuta d'Europa. Andrea Mastrovito è stato scelto per realizzare l'Agnus Dei che adornerà la croce sulla torre di Gesù Cristo della Sagrada Familia di Barcellona, spiega il Corriere Bergamo.

«Eleganza e trasparenza»

Il talento del nostro concittadino ha prevalso in un concorso di altissimo livello, superando le proposte di altri quattro artisti internazionali: l'italiano Edoardo Tresoldi, i portoghesi David Oliveira e Gonzalo Borondo e lo spagnolo Jordi Alcaraz.

La commissione incaricata dalla Junta Constructora de la Sagrada Familia ha scelto il progetto di Mastrovito apprezzando, in particolare, «l'eleganza della sua luce dorata e la trasparenza luminosa dell'Agnello», caratteristiche che evidentemente hanno colpito la giuria rispetto alle altre proposte in gara.

L'importanza del progetto

Non si tratta di un elemento decorativo secondario: l'Agnus Dei rappresenta infatti un tassello fondamentale nel disegno originale della basilica, espressamente previsto dallo stesso Antoni Gaudí nei suoi progetti. Riferimenti specifici all'Agnello di Dio compaiono infatti negli Àlbums del Temple, pubblicati quando il geniale architetto era ancora in vita.

L'opera di Mastrovito è stata recentemente esposta insieme alle altre candidature presso il Museu Diocesà de Barcelona, conosciuto anche come Casa de la Almoina, offrendo al pubblico l'opportunità di ammirare queste interpretazioni contemporanee di un simbolo religioso così importante.

Commenti
Luca C.'70

Per chi è di Bergamo come me non può che far piacere che un artista orobico abbia un tale riscontro mondiale certo spiace che una tale personalità artistica si sia, proprio qua nella terra d'origine accostata ad un pluripregiudicato, che per anni ha ammorbato la frequentazione dello stadio, ove ora affluiscono a frotte famiglie con bambini mentre Allora era impossibile, col suo fare da capo di cosa poi, quindi pensare che il viso di un tale personaggio sia applicato sulla raffigurazione del Gesù Cristo in croce nella chiesa dell'ospedale Papa Giovanni XXIII crea oltre che un fastidio epidermico la Chiara percezione che questo artista forse girando tanto il mondo non ha più la capacità di analisi di una dimostrata asocialita in terra Orobica del sopracitato pluripregiudicato...... sigh!

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