Nel momento più difficile, ecco i pilastri dello spogliatoio: per la Dea certezze granitiche
La risposta del campo è sempre quello che conta di più. E l'Atalanta ha dimostrato di essere fatta di grandi uomini

di Fabio Gennari
La corsa non è ancora finita. I 3 punti conquistati contro il Bologna sono di platino, ma non ancora decisivi in modo assoluto. Quello che è successo nella sfida di ieri (13 aprile) alle 12.30, però, è prezioso perché non vale solo per una partita, ma rappresenta una polizza in vista del finale di campionato.
L'Atalanta, nel momento più difficile, ha trovato ancora una volta la spinta, il sostegno, la collaborazione totale ed emozionata dei suoi capitani. Dei suoi uomini decisivi. Dei suoi pilastri.
«Ci siamo parlati, ci siamo detti che dobbiamo stare uniti anche dopo un gol preso o un episodio sfavorevole e credo che si sia visto. Ci abbiamo sempre messo l’anima, l’intensità», ha detto Marten de Roon in conferenza stampa e la sensazione, vedendo tanti piccoli episodi, è che dentro ad Atalanta-Bologna ci sia stata una prestazione di alto livello sotto il profilo dell'agonismo e dello spirito di abnegazione di tutto il gruppo. Carnesecchi che abbraccia Hien per la palla messa in angolo dopo il palo o che applaude Zappacosta per un anticipo su Orsolini, ad esempio.
Ancora: il cross di Retegui per Pasalic è arrivato dopo che il centravanti nerazzurro era andato a terra, diversi contrasti e raddoppi hanno premiato la cooperazione di giocatori che si sono dati una mano in ogni situazione. Davvero in ogni situazione.
Pensando alla gara contro il Milan del prossimo fine settimana (20 aprile), chiaro che un'altra vittoria darebbe una spinta formidabile verso la qualificazione alla Champions ma, ancora una volta, prima dei risultati vengono atteggiamento e prestazione. L'Atalanta, contro il Bologna, ha ritrovato anche tutto questo.