Sinergia

Due nuovi macchinari che fanno la differenza al Bolognini grazie alla donazione di Pezzoli

Uno permette di fare indagini dall'esito immediato sul linfonodo sentinella, l'altro è una colonna endoscopica per la otorinolaringoiatria

Due nuovi macchinari che fanno la differenza al Bolognini grazie alla donazione di Pezzoli
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di Marta Belotti

Da qualche tempo all'ospedale Bolognini di Seriate sono arrivati due macchinari di ultima generazione in più, uno nel reparto di Anatomia patologica e molto importante per quello di Senologia; l'altro in otorinolaringolatria ed è uno dei pochi presenti in Italia. L'acquisto di entrambi è stato possibile grazie alla donazione dell'imprenditore bergamasco Luciano Pezzoli.

La cerimonia

Per questo, nella mattinata di oggi, mercoledì 16 febbraio, si è svolta la cerimonia di ringraziamento nei confronti della famiglia e alla quale erano presenti il direttore generale dell'Asst, Marco Passaretta, il sindaco di Seriate Gabriele Cortesi con il vicesindaco Dimitri Donati, gli assessori regionali Paolo Franco e Claudia Maria Terzi, nonché la moglie di Pezzoli, Luciana, e il presidente dell'Accademia dello sport Giovanni Licini.

Proprio quest'ultimo ha raccontato come si sia arrivati a questo gesto: «Pezzoli è un membro storico dell'Accademia dello sport, fu infatti uno tra i primi fondatori. Un giorno mi ha chiesto che voleva fare qualcosa per i suoi cittadini e per la zona del posto dove è cresciuto. La settimana dopo ci siamo incontrati con i professionisti del settore e insieme e abbiamo scelto il progetto da perseguire. Sono quindi stato semplicemente un mediatore».

Parola d'ordine: insieme

La cerimonia è stata aperta da Passaretta che non ha potuto far a meno di sottolineare l'importanza delle tante opere di riqualificazione e ampliamento del presidio dell'Asst Bergamo Est in programma non solo a Seriate per poi ricordare il valore della pianificazione dei servizi, ricordando che gli ospedali di Alzano e Seriate, a pochi chilometri di distanza, si debbano sviluppare non in un'ottica di competizione ma di complementarietà.

Avviando poi a pieno titolo la cerimonia, ha ringraziato la famiglia Pezzoli per la donazione e salutato con favore la presenza dei due nuovi macchinari, indicandoli come un modello di collaborazione con il territorio. Nel merito, ha ricordato che questi legami stretti sono sia con i privati, sia anche con il territorio in generale, quindi associazioni e Comuni. Ha lanciato quindi la palla al sindaco di Seriate Gabriele Cortesi che ha sottolineato l'importanza proprio dell'esserci e dell'agire «insieme».

Gli imprenditori per il territorio

L'assessore Terzi, ai ringraziamenti alla famiglia, ha aggiunto un appello ad altri imprenditori affinché facciano altrettanto: «La collaborazione è fondamentale. Fin da inizio Novecento possiamo trovare esempi di imprenditori che hanno fatto il bene dei propri territori».

L'assessore Franco ha aggiunto che donazioni di questo tipo «possono essere convogliate al meglio solo se, come in questo caso, c'è un'organizzazione chiara alle spalle e una regia che sa cosa fare e cosa serve». Da qui un ringraziamento quindi anche ai medici, a Passaretta e a tutta la struttura.

Un macchinario che cambia tutto

Nello specifico, dei due macchinari uno è una Piattaforma molecolare multi-applicativa per la standardizzazione linfonodale rapida e precisa. A spiegarne le applicazioni è stato il responsabile del reparto di Senologia, il dottor Domenico Gerbasi: «Grazie a questa tecnologia potremo condurre un'indagine sul linfonodo sentinella già durante gli interventi di rimozione di un tumore al seno».

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Il direttore generale Asst Bergamo Est, Marco Passaretta

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Da sinistra a destra, il sindaco di Seriate Gabriele Cortesi, gli assessori regionali Paolo Franco e Claudia Terzi, il direttore generale dell'Asst Marco Passaretta

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Il momento della consegna della targa di ringraziamento

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Il dottor Aurelio Sonzogni davanti al macchinario

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Il dottor Aurelio Sonzogni con la moglie di Luciano Pezzoli

Dalla spiegazione del dottore si comprende il forte miglioramento in campo medico, psicologico e comunicativo di un simile esame: «Prima, una donna che veniva sottoposta a un intervento chirurgico al seno, doveva poi aspettare una settimana circa per avere l'esito dell'esame sul linfonodo sentinella e sapere se c'erano metastasi o no. Questo comportava per lei e per i familiari un grande stress e ansia; per noi medici la necessità eventualmente di richiamarla. Invece, in questo modo si può innanzitutto intervenire durante l'intervento stesso per andare direttamente a rimuovere eventuali metastasi. Non solo, una volta che la paziente si è risvegliata e tutto è andato per il meglio, glielo si può comunicare subito. E questo è un bel sollievo. Sono orgoglioso di lavorare in questa struttura che offre un simile livello di cura per i pazienti».

A rinforzare i concetti esposti da Gerbasi, anche Aurelio Sonzogni, direttore dell'Anatomia patologica, dove si trova il macchinario: «Questo cambia completamente lo scenario e rappresenta un grande avanzamento nella gestione chirurgica del tumore al seno».

La colonna endoscopica

Netto miglioramento nel trattamento dei tumori del distretto testa e collo, nonché maggiore sicurezza nell'operato dei chirurghi otorinolaringoiatri e riduzione degli interventi invasivi sono invece le possibilità date dalla nuova colonna endoscopica, l'altro macchinario acquistato tramite la donazione.

A spiegarne il funzionamento e le peculiarità, Davide Panciera, direttore della otorinolaringolatria: «Questo macchinario consente di ridurre sia la soferenza dei pazienti, con un recupero più rapido, sia anche allo stesso tempo di ridurre i costi. È importante fornite a tutta la popolazione, sia che abiti in valle, sia che stia a Milano centro lo stesso livello di cure e per questo ringrazio molto la famiglia per averci dotato di un simile strumento. Il monitorr in 4K, nonché una serie di innovazioni tecnologiche possono davvero fare la differenza. Per esempio, questo macchinario è dotato di una luce particolare che consente non solo di illuminare la zona di un intervento, ma far emergere anche eventuali pareti danneggiate e dove il tumore rischia di ripresentarsi. In questo modo, ci consente di intervenire subito anche su quelle».

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