A Stezzano, Antonio Lamera racconta Costantino Nespoli. E lo fa per aiutare il Malawi
Lo storico stezzanese (novant’anni) celebra l’opera missionaria del fratello monfortano, devolvendo il ricavato per un asilo in Africa

di Laura Ceresoli
Novant'anni portati con vivacità di un ventenne e nel cuore la passione di un narratore instancabile. Antonio Lamera, storico noto a Stezzano per la sua curiosità intellettuale e la sua prolifica attività di ricerca, ha appena dato alle stampe il suo ultimo libro, un omaggio alla storia del fratello monfortano Costantino Nespoli, un altro concittadino che per 36 anni ha dedicato la sua vita al popolo del Malawi.

Il volume è disponibile alla “Cartoleria e fantasia” di Stezzano con un'offerta minima di 5 euro, un piccolo contributo che si trasformerà in un grande aiuto per i bimbi africani. Contribuirà infatti a sostenere l'affitto di un'aula parrocchiale dove due maestre volontarie, in mancanza di un vero e proprio asilo, accolgono e curano i più piccoli.
Il legame tra Lamera e Nespoli affonda le radici in un passato inaspettato: «La sua storia per me iniziò nel 2004, ma la connessione con Costantino risale a molto tempo prima, intrecciandosi con la figura di un medico tedesco, Rolf Bodanowitz», svela lo studioso.

Nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, il dottor Bodanowitz venne distaccato all'ambulatorio di villa Grumelli Pedrocca a Stezzano, proprio dove oggi sorge la biblioteca comunale. Tra i suoi pazienti, all'epoca, ci fu anche il piccolo Costantino. E il destino volle che anche Antonio, da bambino, venisse curato da quello stesso medico proveniente da Cuxhaven.
«All'epoca, Costantino aveva due anni e rischiava di morire a causa di una gastrite che nessuno riusciva a curare (...)