La Terra Santa in festa

Maryam e Marie, le prime sante della Palestina moderna

Maryam e Marie, le prime sante della Palestina moderna
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La Terra Santa è in festa. Suor Maria Alphonsine e suor Mariam domani saranno sante. Alla canonizzazione in Piazza San Pietro sarà presente anche il presidente palestinese Abu Mazen. Una testimonianza importante, sebbene Abu Mazen sia musulmano, per riconoscere l’impegno della Chiesa cattolica nei Territori e evidenziare l’orgoglio di un popolo per aver dato i natali a due donne tanto straordinarie. Il leader palestinese è stato ricevuto sabato mattina da Papa Francesco (mercoledì era stata sigliata una storica intesa bilaterale tra Santa Sede e «Stato di Palestina»), che regalandogli un medaglione con raffigurato l'Angelo della Pace, gli ha detto: «Ho pensato a lei: che lei possa essere un angelo della pace».

Gioia a Gerusalemme. Da circa una settimana a Gerusalemme e in tutta la Terra Santa la comunità cristiana sta vivendo momenti di gioia in vista della canonizzazione delle prime due sante palestinesi dell’era moderna: Maryam Bawardi (Suor Maria di Gesù Crocifisso) e Marie Alphonsine Ghattas. Le Suore del Rosario, primo ordine di suore di Terra Santa, fondato da Madre Ghattas, hanno invitato i membri della Chiesa locale alla preghiera del rosario e alla celebrazione della Messa durante tutto il mese di maggio. Si sono alternati i siriaci cattolici, i salesiani, i francescani, i melchiti, i cattolici di espressione ebraica. Perché le due nuove sante palestinesi appartengono a tutta la popolazione cristiana del posto.

Semplici con grandezza e grandi nella semplicità. Si tratta di due sante emblematiche, che il patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal ha definito: «Semplici con grandezza e grandi per la semplicità» nella lettera che ha indirizzato ai fedeli cattolici di Terra Santa. «Con loro il Signore vuole confortare i nostri Paesi dilaniati dai conflitti e dalle guerre, e le nostre popolazioni che soffrono per le continue ingiustizie». Suor Maryam e suor Marie Alphonsine vissero in Palestina, prima della divisione, a metà dell’Ottocento, non conobbero il conflitto israelo-palestinese e per questo sono viste come un segno di pace per la Terra Santa e l’intero Medio Oriente. Tuttavia entrambe patirono malattie, fame e sete e miseria. Ciononostante perseverarono, con pazienza e umiltà, amando Dio e il prossimo in un modo straordinario. Quando nel 1875 si incontrarono a Betlemme, la prima era una carmelitana contemplativa, l’altra era più attiva, fondatrice della congregazione delle suore del Santo Rosario e caparbia nella sua difesa della dignità e della libertà delle donne, che ha aiutato a ottenere l’accesso alla cultura e all’istruzione.

 

PALESTINA_-_VATICANO_-_canonizzazione

 

Suor Maryam di Gesù Crocifisso. Maryam Bawardy, nata a Ibillin, a metà strada tra Haifa e Nazareth, nel 1846 e morta a Betlemme nel 1878, è nota anche con il nome di suor Maryam di Gesù Crocifisso. È stata la prima beata palestinese. Uno scrittore francese di origine ebraica, René Schwob, l’ha definita «una delle vite più meravigliose della storia del cattolicesimo», e l’allora Papa Giovanni Paolo II la definì la «figlia della Terra Santa» quando la beatificò nel 1983. Conosciuta anche come "la piccola araba", o "il fiore della Galilea", le furono concessi una serie di doni straordinari come l’estasi, la levitazione, le stigmate, la trasverberazione (trafittura) del cuore e il dono della poesia, sebbene fosse analfabeta. Condusse una vita di straordinaria umiltà, punto di riferimento per i cristiani di Terra Santa, perché simbolo dei miracoli e della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Sua madre aveva perso 12 bambini, morti molto giovani. A Betlemme insieme al marito, dopo aver visitato la Chiesa della Natività e la Grotta del Latte, pregò la Madonna di concederle un figlio. Il miracolo si compì e la piccola ricevette il nome di Miriam, in onore della Vergine Maria. Rimase orfana, insieme al fratello Paolo in tenerissima età, e venne affidata allo zio paterno, senza poter mai più rivedere l’adorato fratello (affidato alla zia materna). A 13 anni rinunciò, subendo disprezzo e angherie da parte dei parenti e dello stesso confessore, a sposarsi, perché il suo unico desiderio era quello di essere tutta di Gesù, come aveva promesso. Rinunciò anche a farsi musulmana, e il no le costò un colpo di scimitarra alla gola da cui miracolosamente si salvò grazie alle amorevoli cure di una «suora vestita d’azzurro». Entrata nell’ordine delle Carmelitane Scalze visse in Francia e fondò monasteri in India e a Betlemme. Avrebbe voluto fondare un monastero anche a Nazareth, ma morì prima. Il suo processo di canonizzazione è iniziato nel 1927.

Ha realizzato il suo secondo miracolo, quello che serviva per la canonizzazione, facendo guarire un bambino siciliano, affetto da una grave insufficienza cardiaca congenita, nato nel 2009. Una guarigione inspiegabile, riferirono i medici dopo il delicatissimo intervento che fecero senza molte speranze. Una coppia di amici dei genitori del neonato pregò per la sua guarigione suor Mariam di Gesù Crocifisso, della quale la coppia era diventata devota dopo un pellegrinaggio in Terra Santa e una visita al Carmelo di Betlemme nel Natale del 2008. Una catena di preghiera con le Carmelitane di Betlemme, di Haifa, di Gerusalemme chiese la guarigione del bambino. E il piccolo è guarito.

 

Mideast Palestinians Saints

 

Madre Ghattas. Marie Alphonsine Ghattas a Gerusalemme è una vera istituzione. Chiamata anche “la figlia della Palestina”, è nata nel 1843 e morta il 25 marzo 1927, durante la solennità dell'Annunciazione-Incarnazione del Signore mentre recitava il mistero dell'Assunzione di Maria in cielo. A 15 anni entrò nella congregazione di S. Giuseppe dell’Apparizione, e poi fondò l’ordine delle suore del Santo Rosario, unica congregazione autoctona di Terra Santa e molto presente in Medio Oriente nel lavoro pastorale, l’assistenza di bambini, anziani e giovani, al servizio dei poveri e nella contro la povertà morale. Per questo loro prezioso lavoro, senza distinzione tra cristiani e musulmani, sono ancora oggi considerate il braccio destro del Patriarcato latino in scuole, parrocchie e istituzioni della diocesi e negli altri Paesi arabi. Di madre Ghattas, come tutti la chiamano a Gerusalemme, si dice abbia vissuto una feconda maternità spirituale soprattutto verso le donne arabe. Non a caso, ha aperto le prime scuole per le ragazze nei villaggi che visitava: Salt, Zababdeh, Beit Sahour e Giaffa di Nazareth. Condusse la sua vita apostolica in uno spirito di servizio e di umiltà tale che solo alla sua morte le sue consorelle appresero che fu lei a fondare la Congregazione, su ingiunzione della Vergine Maria che le appariva regolarmente dal 1874.

La sua missione, come affermò Benedetto XVI nell'Angelus successivo alla beatificazione, avvenuta a Nazaret il 22 novembre 2009, era, attraverso l'insegnamento religioso, «vincere l’analfabetismo ed elevare le condizioni della donna di quel tempo nella terra dove Gesù stesso ne esaltò la dignità». Punto centrale della spiritualità della prossima santa «l’intensa devozione alla Vergine Maria, modello luminoso di vita interamente consacrata a Dio: il Santo Rosario era la sua preghiera continua, la sua ancora di salvezza, la sua fonte di grazie».

Madre Ghattas ha compiuto il suo secondo miracolo nel giorno stesso in cui è stata celebrata la sua beatificazione, nel 2009. Un ingegnere 32enne della Galilea, due giorni prima della beatificazione, andò in coma dopo essere stato fulminato da un cavo dell’alta tensione. Secondo il rapporto dell’ospedale, non respirava, il suo cuore aveva cessato di battere e il suo corpo aveva già assunto un colore bluastro: stava morendo. Due giorni dopo si risvegliò scoprendo che molti fedeli avevano fatto ricorso alla beata per chiedere che venisse salvato dalla morte.

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