L'esperta risponde

I consigli di Laura Adele Feltri: i dazi di Trump non spaventano il mattone bergamasco

L’edilizia colpita indirettamente, ma gli immobili possono diventare un bene rifugio per i delusi della Borsa. Lo sviluppo di Bergamo è una garanzia

I consigli di Laura Adele Feltri: i dazi di Trump non spaventano il mattone bergamasco
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di Angelo Bosio

Speravamo tutti in un 2025 di buone notizie, invece abbiamo a che fare con un momento tutt’altro che facile. Tra le difficoltà, per quanto riguarda il nostro settore immobiliare, anche il tema dei dazi. Ne parliamo con Laura Adele Feltri, immobiliarista ed esperta dei temi relativi alla casa.

Laura Adele Feltri

I dazi decisi da Trump possono avere delle ripercussioni anche da noi in materia edilizia?

«I dazi doganali sono delle tasse che vengono imposte alle importazioni in un Paese. Per esempio, gli Stati Uniti possono decidere che le merci italiane al loro ingresso negli Usa devono pagare una tassa, un dazio, del venti per cento. Oppure che le merci brasiliane debbano pagare un dazio del trenta e così via. L’obiettivo sarebbe incassare il dazio da parte dello Stato e allo stesso tempo rendere meno conveniente per gli americani comprare prodotti stranieri, spingendo le persone a comperare prodotti locali: un modo per spingere le industrie locali. Queste nuove tariffe, questi dazi, andrebbero a colpire una vasta gamma di materiali e prodotti influenzando così i prezzi e ovviamente le scelte dei consumatori. È un addio alla globalizzazione, cioè al libero scambio delle merci tra i Paesi del mondo, senza dazi».

L’impatto dei dazi quali settori colpirebbe maggiormente e perché si arriva a parlare anche di materia immobiliare?

«I dazi americani avrebbero un impatto forte per quanto riguarda i prodotti italiani in particolare su agroalimentare, meccanica, automobili e moda, che sono i pilastri della nostra economia. Il settore immobiliare verrebbe colpito indirettamente. Questo non significa che gli americani non compreranno più i nostri raffinati vestiti o i vini squisiti, ma sicuramente il giro d’affari diminuirà con ripercussioni sui lavoratori di quei settori e di conseguenza sul potenziale d’acquisto delle loro famiglie. Aggiungo che l’introduzione dei dazi provoca un senso di incertezza, di preoccupazione che contribuirà a rallentare l’economia. Il panorama non è roseo, il timore è che si inneschi una crisi economica di vaste proporzioni. Ecco perché il problema si allarga al settore immobiliare: una eventuale crisi economica potrebbe raffreddare il mercato e creare un calo dei prezzi al metro quadrato».

Lei è preoccupata per questa reintroduzione della politica dei dazi?

«Preoccupata sì, ma staremo a vedere gli sviluppi della vicenda. E comunque anche nelle situazioni di crisi si sviluppano delle opportunità».

Di quali opportunità parla?

«Non tutte le persone in un momento di incertezza economica smettono di fare acquisti, piuttosto cambiano prodotto... il mattone magari verrà considerato ancora come un bene rifugio, adatto all’investimento, quindi una sicurezza. Ci sono anche investitori che se si verificasse un calo dei prezzi immobiliari farebbero la corsa per comperare immobili da mettere a reddito, cioè da dare in affitto. Negli ultimi anni, la richiesta di affitti è cresciuta: una maggiore offerta di case otterrebbe il risultato di fare scendere i canoni degli affitti, venendo quindi incontro a una bella fascia di popolazione, soprattutto giovane».

Ogni volta che Trump pronuncia la parola “dazi” il mercato azionario perde valore. Il mercato degli immobili, invece, sembra reggere.

«Quando la Borsa va in caduta libera allora si ha la netta sensazione di non poter governare nulla e di assistere impotenti alla perdita del proprio denaro. Questi risparmiatori magari decideranno di lasciare il mercato azionario e di rivolgersi al mercato immobiliare».

Parliamo dei cantieri avviati e quindi degli immobili di nuova costruzione, cosa ci dobbiamo attendere?

«È probabile un aumento dei costi di costruzione proprio perché ci sarà un’importazione più onerosa delle materie prime, questo influenzerà il prezzo finale degli immobili. Tengo comunque a precisare che per ora l’Unione Europea non è ancora direttamente coinvolta in nessuna misura, queste sono ipotesi che dovranno essere verificate».

Cosa ci può dire invece dei tassi di interesse?

«Parto con il ricordare che dopo gli aumenti del 2022 e 2023 la Bce (Banca Centrale Europea) ha iniziato a ridurre il costo del denaro. Questo ha portato a partire dal 2024 una stabilizzazione dei mutui che sono ora maggiormente accessibili. Abbiamo assistito a un aumento delle compravendite immobiliari, parliamo di un più 1,5 per cento. Ricordo anche che in Italia ci sono svariate agevolazioni per gli under 35 che varebbe la pena sfruttare».

In conclusione, come potremmo riassumere questa decisione americana?

«I dazi non rappresentano una minaccia diretta sul versante immobiliare, certamente è un fenomeno da tenere d’occhio a seconda degli investimenti che abbiamo effettuato. Potremmo quindi trovarci a travasare denaro dai fondi azionari, che in questo momento viaggiano in negativo, nel mercato immobiliare, comprando immobili a buoni prezzi da mettere a reddito. Oppure lo scenario potrebbe essere un altro: l’incertezza che le famiglie si troverebbero a vivere per i posti di lavoro e l’innalzamento dei prezzi delle materie prime potrebbe generale un forte rallentamento dell’acquisto di molti beni compreso quello immobiliare. Come vede, gli scenari possono essere vari, alcuni non del tutto negativi. Resta comunque fermo il punto che non credo che Trump voglia mettere in ginocchio l’economia mondiale, ma dare nuovamente a quella americana un respiro industriale che ha perso negli ultimi quarant’anni, anche per ridurre il peso dell’indebitamento interno e con l’estero. È un intento positivo, che però deve fare i conti con il resto del mondo, e la partita non appare semplice: penalizzare la produzione degli altri Paesi per aiutare quella americana è opportuno? Alla lunga darà buoni risultati? Secondo tanti economisti la risposta è no, ma c’è il beneficio del dubbio».

Dopo questa lunga descrizione, che cosa possiamo dire di Bergamo?

«Sappiamo bene che la casa per i bergamaschi costituisce un bene rassicurante, quindi credo che i nostri concittadini continueranno ad alimentare un buon mercato immobiliare. Inoltre, Bergamo sembra esercitare un’attrazione sempre più forte dal punto di vista turistico, anche per via del suo aeroporto. Ci sono innovazioni importanti, la realtà Atalanta con il nuovo stadio, ChorusLife con la sua Arena. Aspettiamo la nuova Gamec nell’ex Palazzetto dello Sport, la nuova Montelungo come centro universitario, il nuovo Palazzetto dello Sport... Opere che dovrebbero rendere Bergamo più ancora più attrattiva. Alla fine, è bene essere ottimisti, non ci perdiamo nulla».

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