L'editoriale di Jacobelli

Graziano Fiorita ha esaltato i valori del calcio. Altri, invece, li hanno calpestati

«Nessun colore, nessun valore»: il Lecce non poteva trovare espressione migliore per protestare contro il rinvio di sole 48 ore della partita

Graziano Fiorita ha esaltato i valori del calcio. Altri, invece, li hanno calpestati
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di Xavier Jacobelli

Mateo Retegui spinge l'Atalanta verso la Champions League, Karl Karlsson tiene vive le speranze salvezza del Lecce, in lutto per la morte di Fiorita e, nel suo nome, protagonista di una prova gagliarda, al punto di passare in vantaggio al Gewiss Stadium su rigore per fallo di mano di Hien.

Ma, nella ripresa, ancora dagli undici metri, il bomber della Nazionale ha pareggiato i conti, entrando dritto filato nella storia dell'Atalanta. Ventiquattro i gol che il capocannoniere Filippo Inzaghi aveva segnato nella stagione '96-'97; ventiquattro i gol firmati dal capocannoniere Retegui quando mancano ancora quattro partite alla fine e ai quali bisogna aggiungere i tre realizzati in Champions League e i due in Nazionale nel settembre scorso.

Totale: 29 gol e tanti complimenti a Luca Percassi e Tony D'Amico che, l'8 agosto scorso, in meno di 72 ore dall'infortunio Scamacca, si presentarono a Genova e chiusero l'acquisto dell'azzurro.

Dal canto suo, il Lecce, pur con l'anima squassata dal dolore, è riuscito a giocare in casa della terza in classifica con una determinazione e un orgoglio ammirevoli. Se nelle file bergamasche ancora una volta tra i più forti è risultato Carnesecchi, autore di almeno tre interventi all'altezza della sua bravura, vuol dire che i salentini hanno messo davvero in difficoltà i nerazzurri. Anche Falcone non è stato da meno, tanto da venire premiato quale migliore in campo, essendosi opposto al vistoso ritorno atalantino della ripresa.

Gasperini ha riequilibrato la partita azzeccando la mossa Cuadrado nel secondo tempo: il colombiano si è procurato il rigore e ha elevato la qualità della manovra offensiva alla quale, invece, né SamardzicMaldini hanno dato un contributo concreto.

Nella serata con il pensiero rivolto a Graziano Fiorita, fortissima è stata la solidarietà per la squadra simbolo del Salento. «Nessun colore, nessun valore»: il Lecce non poteva trovare espressione migliore per protestare contro il rinvio di sole 48 ore della partita di Bergamo, incurante del dolore e del lutto per la morte di Fiorita. Quattro parole per spiegare tutto. Per giocare «la partita dei valori calpestati indossando un'anonima casacca bianca che non ci rappresenta, senza colori, stemmi e loghi perché torneremo a vestire la nostra maglia quando Graziano ritornerà a casa e sarà omaggiato, come merita, dalla sua gente».

Per dare un pugno nello stomaco del Sistema. Della Lega che, in quanto titolare dei calendari, poteva e doveva scegliere un'altra data; di questo calcio disumanizzato da Fifa e Uefa per brama di denaro e di potere: più partite e meno slot per eventuali rinvii, meno slot e nessuna deferenza per il dolore causato dalla perdita di uomini e di professionisti esemplari come Fiorita, amatissimo per i valori che incarnava, per la passione con la quale faceva il suo lavoro, per l'attaccamento alla maglia, alla squadra, alla sua gente.

Il Gewiss Stadium è stato teatro del dissenso leccese altamente civile e profondamente dignitoso contro la mancanza di considerazione per i sentimenti della famiglia di Graziano, di sua moglie Azzurra, dei suoi figli Carolina, Davide, Nicolò e Riccardo, del club di Saverio Sticchi Damiani. Al loro fianco, il pubblico bergamasco si è significativamente schierato, sin dalla calorosa accoglienza all'arrivo del bus ospite, l'ingresso in campo dei giallorossi, il raccoglimento prima del via, i fiori che de Roon ha consegnato a Baschirotto, il silenzio iniziale degli spalti, la protesta fumogena della Curva Nord, gli applausi dei bergamaschi ai giocatori di Giampaolo all'uscita dal terreno di gioco a fine partita.

Martedì (29 marzo), nello stadio di Via del Mare, per tutto il giorno resterà aperta la camera ardente di Fiorita; mercoledì, Lecce gli darà l'ultimo saluto. Graziano appartiene per sempre alla parte migliore del calcio, i cui valori ha esaltato. Altri li hanno calpestati.

Commenti
Diego

Sono lavoratori come tanti dj noi. Doveri e diritti. Oppure li consideriamo privilegiati ed in questo caso è solo colpa nostra. Lato mio, per coerenza ( loro) non si sarebbero dovuti presentare. Oppure i soliti 3 gg di lutto come a tutti i lavoratori che perdono un parente stretto. Il resto....è falsa moralità

Eliana

Si è perso il senso del valore della vita,dell'umanità equello che mi é spiaciuto maggiormente é leggere commenti di persone che sostengono che l'economia non si può fermare.La società é composta da persone e alcune sono la cartina di tornasole dei problemi gravissimi che oggi manifesta.

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