Gli avvocati penalisti di Bergamo, contro il decreto Sicurezza, raccolgono fondi per i detenuti
Sciopero di tre giorni in opposizione al provvedimento del governo considerato liberticida: «Ingolferà ancora di più tribunali e carceri»

di Wainer Preda
Tre giorni di stop alle attività. Protesta degli avvocati penalisti contro il nuovo decreto Sicurezza varato dal governo. L’Unione delle Camere penali della Lombardia, che comprende anche quella di Bergamo, ha incrociato le braccia, proclamando l’astensione da tutte le udienze, da lunedì 5 fino a mercoledì 7 maggio.
Lo sciopero punta a contestare la decisione del governo di usare la “scorciatoia” del decreto d’urgenza per far passare il disegno di legge, fermo in parlamento da oltre un anno. Un colpo di mano, a detta dei giuristi, su un provvedimento giudicato incostituzionale.
Il decreto Sicurezza è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 12 aprile scorso ed è entrato in vigore in via provvisoria. Ora dovrà essere convertito in legge dalle Camere. Rispetto al disegno originario, presenta variazioni, anche se l’impianto resta grossomodo lo stesso. Prevede più tutele per agenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza specie in azioni di servizio. Una serie di nuovi reati (occupazione abusiva di case), aggravanti, sanzioni inasprite. E una stretta sulle carceri, con l’istituzione del reato di «rivolta in istituto penitenziario». Punisce i carcerati che promuovono, organizzano o partecipano a rivolte o tentativi di evasione. Punita anche la resistenza passiva. Le stesse regole si applicheranno ai centri di trattenimento per migranti.
Insomma una ridda di provvedimenti che, pur incontrando il favore di una parte dell’elettorato, finirebbe per ingolfare ancor di più i tribunali, sostengono i penalisti. Quella posta delle Camere penali, però, non è una mera questione procedurale. Bensì una presa di posizione di politica giudiziaria. «Il decreto - sostengono - è liberticida. Improntato non alla prevenzione ma unicamente alla punizione a costo zero e all’offerta alla pubblica opinione di soluzioni di impatto solo simbolico, che non miglioreranno la sicurezza dei cittadini. Preoccupa la scelta di reprimere con lo strumento penale forme di dissenso che devono potersi manifestare in una società democratica, così come l’accanimento verso una microcriminalità marginale o ideologicamente oppositiva».
«La nostra non è una presa di posizione politica comunemente detta - precisa il presidente della Camera Penale di Bergamo, Enrico Pelillo - ma esclusivamente di politica giudiziaria. La forza dell’unione delle Camere penali è, da sempre, la trasversalità alle posizioni politiche. Siamo per esempio favorevoli alla separazione delle carriere, proposta dal governo. Ma fortemente contrari al decreto Sicurezza nel metodo e nel merito. Se serve una decretazione d’urgenza, a parer mio, è sull’indulto».
La protesta dei movimenti
Intanto, l’opposizione al decreto sicurezza si allarga ai movimenti. Gli ambienti della sinistra radicale sono in fermento. La rete “A Pieno Regime”, già scesa in piazza nei mesi scorsi, sta preparando una mobilitazione per il 26 e il 31 maggio a Roma, in concomitanza con il passaggio del decreto in parlamento (...)
D accordo con tutto quanto qui espresso. Vergognati non sanno cos è. Carceri: tutte le vecchie caserme! utilizzatele! Certo il decreto è inutile, perché non applicate nemmeno le leggi esistenti ! Vige il 'liberltutti ', buonisti all assalto, tutto s nxa colpa.
Decreto sicurezza ok. Anzi è ancora blando e andrebbe inasprito.
Si ingolfano le carceri? Costruiamone di nuove.
E' 50 anni che penso che la magistratura Italia e' veramente di basso livello.
Anziché raccogliere fondi per i detenuti... Fondi per le case di riposo per anziani Magistrati penalisti non provate vergogna.