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Festival Orlando 2025: un successo a tema "fallimento". Ben quattromila i partecipanti

La direttrice artistica Consonni: «Incredibile quantità e qualità della partecipazione». Ora appuntamento al 5 settembre con l'extra Festival

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Foto di Ludovica Belotti

Il tema era il fallimento, ma un fallimento sicuramente non è stato quello dell'appena conclusa edizione del Festival Orlando a Bergamo. Circa quattromila presenze di pubblico in nove giornate hanno confermato la grande capacità di proporre spettacoli, arte, teatro, performance, film, capaci di sollecitare l'interesse di tanti.

Nel complesso, sono state più di venti le proposte, sparse nove spazi della città grazie alla collaborazione con più di quaranta realtà. E poi laboratori che hanno coinvolto da ragazzi e ragazze under 25 a donne over 60, installazioni partecipate, incontri, seminari, momenti di confronto aperto in piazza.

I grandi ospiti e temi

Il festival queer, organizzato da associazione Immaginare Orlando e Laboratorio 80, ha portato a Bergamo ospiti come Jack Halberstam, tra i più importanti studiosi di gender studies a livello internazionale, i performer IgorxMoreno, Emmanuel Ndefo e Aristide Rontini, le coreografe e performer Ann-Christin Kongsness e Marte Reithaug Sterud, il musicista e coreografo Gérald Kurdian, l'artista Muna Mussie.

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Tra i film, Baby di Marcelo Caetano, Lesvia di Tzeli Hadjidimitriou e Shadow di Bruce Gladwin della compagnia Back to Back Theatre. Una conferma anche la sezione cortometraggi  Orlando shorts, curata da giovani under 25, e il laboratorio per donne over 60 che ha portato a una performance con le donne del Dormitorio pubblico Galgario.

Il Ministero del Fallimento

Al centro del Festival, come nel 2024, un'istituzione immaginaria creata per legittimare soggettività e desideri non riconosciuti dal sistema istituzionale. Il Ministero del Fallimento ha istituito incontri aperti in piazza Libertà, in cui diversi soggetti e realtà della città si sono confrontati su temi come politiche d’integrazione, tessuto urbano, ruolo della formazione rispetto alle logiche del successo, questione palestinese.

«Parlare di fallimento»

«È incredibile constatare qualità e quantità della partecipazione - è il commento di Elisabetta Consonni, direttrice artistica del Festival -, un pubblico eterogeneo, numeroso, interessato a frequentare Orlando anche per mettersi in discussione e responsabile del mantenere in vita questo importante progetto. La parola fallimento è stata pronunciata più volte in questa edizione. Pubblico, ospiti, staff e passanti hanno sentito questo tema come proprio, lo hanno declinato, ne hanno moltiplicato le prospettive. C'era bisogno di parlare del fallimento del mondo che abbiamo davanti agli occhi e di farlo collettivamente».

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Apprezzato anche il sistema di pagamento Pay What You Want (paga quanto vuoi), volto a favorire l'accessibilità economica: per spettacoli e film era possibile scegliere fra tre fasce di prezzo. Festival Orlando torna nel 2026, ma con un appuntamento intermedio: venerdì 5 settembre un extra Festival nel programma di Festival Danza Estate con la performance Flamingo di Elevator Bunker, collettivo artistico di persone con disabilità cognitive.

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