Il gesto del carabiniere di Albino: l'abbraccio che ha salvato la vita di una donna
Intervista a Lorenzo Fascì, 28 anni, che ha salvato una persona da un gesto estremo a San paolo d'Argon. Meloni lo ha definito un eroe

di Fabio Gualandris
È una storia edificante quella che ci ha regalato Lorenzo Fascì, racconta di un abbraccio che trasforma la disperazione in speranza, che salva la vita di una persona e ci riconcilia con un’umanità che talvolta pare perduta.
Ha 28 anni Lorenzo, è originario di Reggio Calabria e dal 2018 è carabiniere scelto effettivo alla stazione dei Carabinieri di Albino, dove ha vissuto in prima persona anche i difficili giorni della pandemia, quanto per prudenza gli abbracci erano vietati. Da lui ci siamo fatti raccontare, nella caserma dei Carabinieri di Albino in via Salvo D’Acquisto, quanto accaduto lunedì 12 maggio, giorno in cui non era neppure in servizio.
«Mi trovavo in compagnia della mia ragazza, Giulia, e di suo padre, lungo la strada statale 42, quando all’altezza del Comune di San Paolo d’Argon, in prossimità di un cavalcavia, la mia ragazza mi faceva notare che c’era una donna posta al di là delle barriere di protezione: abbiamo subito intuito che la situazione era drammatica, era chiaro l’intento di un gesto estremo da parte della donna».
«Immediatamente ci siamo fermati per prestare soccorso – continua Fascì -; mentre la mia ragazza allertava il 112 e suo padre iniziava a dialogare con la donna, io ne approfittavo della distrazione di lei per risalire dalla scarpata e aggrapparmi al di là della recinzione per avvicinarmi e soccorrerla. Lei, quando mi ha visto mi ha ripetuto di stare fermo perché altrimenti si sarebbe buttata».
Come l’ha convinta a lasciarsi aiutare?
«Mi sono identificato, le ho detto di essere un Carabiniere e che potevo aiutarla. Pian piano forse ha iniziato a fidarsi un po’ di più e mentre dialogavamo ne approfittavo per fare dei piccoli passi in modo da avvicinarmi il più possibile a lei. Quando sono arrivato a una distanza tale da consentirmi di abbracciarla, ecco, ho colto l’attimo e abbracciandola mi sono posto tra lei e il vuoto sorreggendola col mio corpo che faceva da scudo. Nel frattempo sopraggiungeva la pattuglia dei Carabinieri di Trescore Balneario unitamente a tutti gli altri soccorsi. Da lì, dopo svariati minuti, siamo riusciti a convincerla, sempre mediante brevi passettini, a tornare verso il ciglio della strada».
Come hanno vissuto Giulia e suo padre questa esperienza?
«Giustamente si sono preoccupati, ma anche loro hanno collaborato (...)
Quando si dice la persona giusta nel posto giusto al momento giusto.
Sicuramente meritevole di una onorificenza. Bravo!!!
GRAZIE . GRAZIE . GRAZIE . Un gesto eroico .