Una mostra e una targa per i 95 anni dei bersaglieri di Mozzo, tra passione e memoria
La solenne benedizione del vessillo risale al 1929. Da allora, il corpo è cresciuto con la fondazione della sezione locale e altre iniziative

di Dino Ubiali
Bersaglieri di Mozzo: 95 anni di storia, passione e memoria. Nel cuore della comunità mozzese batte da quasi un secolo il passo deciso e orgoglioso dei bersaglieri. Con il caratteristico cappello e lo spirito combattivo che li contraddistingue, i fanti piumati locali rappresentano da decenni un baluardo di memoria storica e coesione sociale.
Era il 7 ottobre 1929 quando a Mozzo, allora Curdomo, avvenne la solenne benedizione del vessillo dei bersaglieri, alla presenza delle autorità e del membro del consiglio centrale dell’associazione. Un evento documentato dal periodico di allora Il Vecchio Scarpone, e la Rivista di Bergamo con foto d’epoca che immortalano l’inizio simbolico del legame tra Mozzo e il glorioso corpo dei bersaglieri.
Quel legame è stato rinnovato ufficialmente il 20 novembre 2010, con la fondazione della sezione bersaglieri di Mozzo. Madrina d’eccezione fu Cecilia Ubiali, classe 1934, una vita di corsa tra officina e solidarietà, tanto da guadagnarsi sul campo il titolo di “bersagliera” ben prima di riceverlo ufficialmente con una benemerenza nazionale. Cecilia, divenuta poi decana del gruppo, ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva, ricordata da tutti con affetto e ammirazione.
Tra i momenti più significativi si ricorda il concerto di Natale del 2010 con la Fanfara Scattini di Bergamo, la benedizione del primo labaro di sezione nel 2017 - dedicato alla Medaglia d’Oro al Valor Militare Col. Aminto Caretto - e l’inaugurazione della “Via dei Bersaglieri”, avvenuta il 4 novembre dello stesso anno. Proprio in quei giorni Mozzo salutava per sempre la sua madrina Cecilia, scomparsa l’8 novembre 2017.
Numerose anche le figure che hanno accompagnato il percorso del gruppo, come il bersagliere Vincenzo Ceresoli, classe 1929, sempre presente alle celebrazioni finché la malattia non lo ha strappato alla vita nel 2010, o il reduce Luigi Gastaldi, classe 1922, decorato con Croce di Guerra e scomparso nel 2018, internato in campi di prigionia in Nord Africa, che partecipava con fierezza a ogni commemorazione (...)