Un convegno per riscoprire il legame tra Martinengo e il Colleoni, a 550 anni dalla sua morte
L'appuntamento, presentato in Provincia, propone la riscoperta del condottiero nel suo ruolo di uomo di pace, di governante attento ai bisogni della sua terra e della sua gente

“Bartolomeo Colleoni e Martinengo: un rapporto da riscoprire” è il tema del convegno che si svolgerà sabato 31 maggio a Martinengo, piccola capitale del feudo del Colleoni che comprendeva diversi paesi della Bassa Bergamasca, da Mornico a Palosco, Cavernago, Cologno, Romano di Lombardia…
Il convegno, con inizio alle 17 nel Filandone (sala consiliare), propone la riscoperta del condottiero nel suo ruolo di uomo di pace, di governante attento ai bisogni della sua terra e della sua gente. Di questo si occuperanno i relatori del convegno, che è stato presentato nella mattina di oggi (20 maggio) in una conferenza stampa nella sede della Provincia, in Sala Viterbi.
Hanno presentato l’iniziativa il presidente della Provincia, Pasquale Gandolfi, il sindaco di Martinengo, Pasquale Busetti, il presidente del Luogo Pio Colleoni, Alessio Agliardi, e il giornalista Paolo Aresi, che sarà moderatore del convegno.
“L’altro Colleoni” verrà illustrato a Martinengo da Renato Ferlinghetti, geografo e naturalista, docente all’università di Bergamo, Giovanna Ravasio, studiosa del Castello di Malpaga e dei suoi territori, Giacomo Parimbelli, musicista e studioso, e Riccardo Caproni, storico della Pianura Bergamasca.

È in atto una riscoperta del condottiero in occasione dei 550 anni della sua morte, avvenuta il 3 novembre 1475. I paesi costituirono il suo dominio si sono messi in rete e proposto diverse iniziative che si svolgono lungo tutto l’anno. Riscoperto che riguarda certamente la straordinaria storia militare del capitano generale della Serenissima, ma anche che concerne l’uomo di pace, che amava la cultura e le opere civili, come hanno sottolineato i relatori.
Colleoni fece della sua Malpaga una corte rinascimentale con umanisti, musicisti, pittori, poeti. Nel territorio promosse bonifiche dei terreni paludosi, realizzò fontanili, rogge, migliorò quelle esistenti. Costruì porticati a Martinengo, a Romano per i mercanti, potenziò le difese dei paesi, costruì conventi, chiese, ospedali. Il suo impegno fu particolare a Martinengo, dove migliorò il sistema idrico, potenziò l’industria migliorando magli e mulini, costruì la grande chiesa parrocchiale e i monasteri di Santa Chiara e dell’Incoronata, con tutti gli affreschi che li adornano.