Ex Cral di Dalmine, il "simbolo della rinascita" scricchiola già a pochi mesi dai lavori
Crepe sui muri, impianti guasti, cumuli di macerie nel cortile: a sette mesi dall’inaugurazione, il recupero da 3 milioni è al centro di un’interrogazione

di Laura Ceresoli
A sette mesi dalla sua inaugurazione, l’edificio dell’ex Cral di Dalmine, ristrutturato con un investimento complessivo di quasi tre milioni di euro, mostra già i segni del tempo.
Una situazione che ha spinto i gruppi consiliari di minoranza Pd (Renato Mora, Marta Rodeschini, Francesco Caldarone e Nicolò Carboni) e Nostra Dalmine (Anna De Amici e Davide Benedetti) a presentare un’interrogazione al sindaco Francesco Bramani e all’assessore competente, chiedendo conto di crepe, macerie e malfunzionamenti in quello che doveva essere un fiore all’occhiello della riqualificazione urbana.
L’ex circolo ricreativo aziendale, dal 1940 al 1958 luogo di riunione e svago per i dipendenti della Dalmine, è stato restituito alla città nel novembre 2024 dopo un importante intervento di recupero. Oggi ospita la nuova sede della polizia locale, insieme agli uffici dei settori demografici, protocollo e archivio del Comune. Il timore è, però, che questo simbolo di rinascita, possa avviarsi verso un nuovo declino.

Passeggiando davanti all’edificio, infatti, è impossibile non notare le crepe e gli scrostamenti che segnano la facciata, nonostante i lavori di ristrutturazione siano stati completati da pochi mesi. Un dettaglio che ha indotto le minoranze a sollevare dubbi sulla qualità degli interventi realizzati, soprattutto considerando l’ingente somma spesa: 2,25 milioni di euro da Regione Lombardia e 640 mila euro dal Comune.
A peggiorare il quadro (...)
Direi che prima di inaugurare le opere bisognerebbe finirle COMPLETAMENTE…..vedi i calcinacci ancora nel giardino…un’altro esempio ? Il riposizionamento del casello autostradale….il cavalcavia sull’autostrada è ancora parzialmente recintato e quindi PARZIALMENTE impercorribile…..