Riqualificazione delle piscine Italcementi, le sette domande dei cittadini più scettici
Un gruppo di bergamaschi perplessi sugli interventi previsti e sulla gestione privata dell’impianto torna a chiedere un dibattito serio e allargato

di Wainer Preda
Sette quesiti. Contenuti in un documento che avrebbero voluto presentare all’assemblea pubblica del 4 giugno scorso. Solo che non ce n’è stata l’occasione. Perché più che un confronto serio e pacato con gli assessori, la riunione si è trasformata in un muro contro muro dai toni esasperati.
Argomento: la riqualificazione delle piscine Italcementi che comporterà la chiusura per due anni. «Precisiamo - dice Luca Bosi, “portavoce” del gruppo che ha elaborato i quesiti - la nostra non è una guerra preconcetta contro l’Amministrazione comunale. E tanto meno partiamo da posizioni ideologiche o politiche. Siamo semplicemente un gruppo di cittadini a cui sta a cuore il bene pubblico e il futuro di quel capolavoro architettonico che è l’impianto sportivo di via Statuto. Vorremmo solo sapere, capire il perché di certe scelte, visto che non ci hanno dato il tempo di approfondire».
Perché solo piscine?
Il Comune intende ristrutturare le piscine. E poi, grazie a una partnership pubblico-privata, a lavori terminati concederle in gestione per vent’anni alla società Aquamore, che si occupa di impianti natatori (quelli del Seminario in Città Alta, Seriate e Stezzano, per esempio).
E già qui, dal gruppo di cittadini emergono le prime perplessità. «Innanzitutto quello che è comunemente detto piscine Italcementi - spiega Bosi - non è un impianto natatorio, bensì un impianto sportivo che in passato ha ospitato eventi importanti di altri sport, come gli Internazionali di tennis, solo per fare un esempio. Dunque trasformarlo in un impianto esclusivamente natatorio, sacrificando anche parte delle tribune che ne facevano un vero e proprio palazzetto per l’agonismo di alto livello, ne stravolge il senso».

In secondo luogo, continua, «ci chiediamo se sia accettabile che un centro sportivo polifunzionale donato da una grande aziende privata (Italcementi, ndr) a beneficio di tutta la collettività venga assegnato a un privato che lo gestirà legittimamente secondo il suo interesse, dopo averlo trasformato nonostante quanto previsto nell’atto di donazione originario del 27 dicembre 1972».
Non piace nemmeno il partenariato pubblico-privato. Secondo quanto emerso dal piano economico finanziario (...)