Il caso

Nessun risarcimento per l'impianto di biometano: Ghisalba finisce davanti al Consiglio di Stato

L'amministrazione aveva detto no al progetto, così ora l'azienda chiede 4 milioni di euro di danni: dopo il Tar, nuova battaglia legale

Nessun risarcimento per l'impianto di biometano: Ghisalba finisce davanti al Consiglio di Stato
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Il Comune di Ghisalba è chiamato in giudizio davanti al Consiglio di Stato nel contenzioso con la società Energia Verde Bio Bergamasca Srl, che aveva presentato ricorso in appello. La richiesta è un risarcimento danni pari a oltre quattro milioni di euro.

La battaglia legale

La vicenda risale al 2023, quando la società agricola ha avviato la Procedura abilitativa semplificata (Pas) per la realizzazione di un impianto a biometano sul territorio comunale, dalla capacità di 300 standard metri cubi/ora e alimentato da reflui zootecnici prodotti dagli allevamenti di bovini presenti sul territorio del Comune, per un'area superiore a 21 mila mq. L'azienda, in quell'occasione, ha presentato tutti i documenti del caso.

Come riportano i colleghi di PrimaTreviglio, in fase di avvio del procedimento, però, il Comune ha sollevato diverse criticità: tra le principali, l'assenza nel progetto dello spostamento dell'accesso viabilistico in corrispondenza della vasca VS1. A ciò si aggiunge il parere negativo della commissione paesaggistica, la quale aveva rilevato la mancanza di documenti essenziali, tra cui rendering paesaggistici e studi sulla stabilità dei pendii.

Anche la polizia locale aveva evidenziato la necessità di riposizionare l'accesso nord. Perciò, ha richiesto l'inserimento di un passaggio pedonale illuminato con isola spartitraffico, in continuità con la pista ciclopedonale già esistente. Nonostante l'integrazione della documentazione richiesta, il Comune ha comunque respinto la richiesta di autorizzazione in procedura semplificata (Pas) il 30 novembre 2023, giudicando il progetto ancora troppo preliminare i privo del livello necessario per un parere definitivo.

Il ricorso al Tar e al Consiglio di Stato

Dopo il no del Comune, la società ha fatto ricorso al Tar chiedendo anche un risarcimento per la perdita degli incentivi del Gse stimata in 4,47 milioni di euro, pari al 40 per cento dell'investimento previsto. Secondo l'azienda, a causa del parere negativo del comunale, non ha potuto partecipare alle aste di accesso previste da gennaio 2023 a gennaio 2025.

Il 12 marzo 2024 il Tar ha accolto parzialmente il ricorso, ovvero annullando il provvedimento comunale ritenuto illegittimo per sviamento (cioè adottato con il solo scopo di ostacolare la realizzazione dell'opera). Non è stato tuttavia riconosciuto alcun risarcimento: per i giudici, non è stata dimostrata con certezza né l'esistenza di un danno economico concreto, né il nesso causale diretto con quanto fatto dal Comune.

La società si è quindi rivolta al Consiglio di Stato, con un appello limitato alla parte della sentenza che ha respinto la richiesta di risarcimento. Si arriva al dunque: secondo Energia Verde Bio Bergamasca, la perdita degli incentivi - sia in conto capitale che sulla produzione futura di biometano - rappresenta un danno imputabile alla condotta del Comune, che in quest'ultima vicenda sarà difeso dallo studio legale Fiorona & Associati di Bergamo.