Bergamasca settima in Lombardia per reati ambientali: "solo" 87 (a Brescia ben 501)
La Lombardia è quinta a livello nazionale nel rapporto Ecomafie di Legambiente. Ad attirare i gruppi criminali le opportunità offerte da fondi europei e Olimpiadi invernali

La Bergamasca è al settimo posto tra le province lombarde per numero di reati ambientali nel 2024: il dato arriva dal rapporto Ecomafie, presentato oggi (venerdì 11 luglio) a Roma da Legambiente, molto dettagliato rispetto alle cifre degli episodi criminali in questo settore in Italia.
Un reato da attenzionare
Sulla base dei numeri forniti dalle forze dell'ordine, nella nostra provincia sono 87 i reati registrati di questo tipo, con un totale di 72 persone denunciate, anche se l'anno scorso ci sono stati zero arresti.
I sequestri, invece, sono stati una trentina. Il contesto locale va a inserirsi in quello della nostra regione, che per via della sua elevata produttività e attrattività, legata anche al Pnrr, offre a malintenzionati e gruppi criminali diverse opportunità. Infatti, a fronte di 2.324 reati nel 2024, sono stati denunciati 2.273 soggetti. Gli arresti sono stati otto, i sequestri 427. Dall'associazione ambientalista, inoltre, è arrivato un appello a vigilare sugli appalti legati a fondi europei e alle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026.

La Lombardia a rischio
«Come ogni anno, la Lombardia si conferma una delle regioni dove si consumano le attività illegali con il maggior impatto sul territorio, nelle comunità e negli ecosistemi - ha commentato Legambiente -. Una constatazione che può sembrare banale, considerando l’importanza della regione e più in generale del bacino padano nell’economia nazionale, ma proprio per il suo ruolo è al tempo stesso un monito, per non abbassare la guardia e aumentare l’attenzione sia delle autorità, sia della società civile, come da sempre fanno i circoli di Legambiente».
Nonostante l’intensa ed efficace attività di magistratura e forze dall’ordine nel contrasto al fenomeno, in Lombardia la criminalità ambientale continua a prosperare. I dati che emergono dal Rapporto Ecomafia, presentato questa mattina nella capitale, lo confermano evidenziando l’aumento dei reati nel ciclo del cemento.
I quali passano da 880 a 1.009 (+ 14,6 per cento), portando la nostra regione ad essere la quinta su scala nazionale per questo tipo di illecito penale, e facendo segnare il secondo posto (con 144 eco-delitti contestati nell’ultimo anno) nella classifica regionale per le violazioni della legge 68/2015, che ha introdotto i delitti ambientali nel codice penale.
«La fotografia che Ecomafia 2025 dà della Lombardia deve suonare come un forte campanello di allarme - commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. I massicci investimenti pubblici stanziati in Lombardia per la realizzazione di opere pubbliche, edifici e infrastrutture, grazie ai fondi del Pnrr e in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, preoccupano soprattutto nel ciclo illegale del cemento, ma è in generale tutta l’attività di vigilanza e controllo a dover essere potenziata. Il nostro appello è anche ai cittadini, affinché vigilino sui loro territori».