I costi nascosti per le aziende: quanti soldi se ne vanno in commissioni bancarie

I costi nascosti per le aziende: quanti soldi se ne vanno in commissioni bancarie
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Le imprese italiane spendono ogni anno una cifra significativa in sole commissioni bancarie. Secondo una ricerca di Excellence Payments, nel 2023 il sistema ha raccolto 9,3 miliardi di euro da servizi di pagamento come bonifici, carte e transazioni, con una crescita media annua del 6% tra il 2021 e il 2023.

È importante sottolineare che una parte rilevante di questo importo proviene non tanto dai grandi gruppi, quanto dalle piccole e medie imprese, che rappresentano oltre il 90% del tessuto imprenditoriale italiano. Queste realtà, spesso con strutture amministrative snelle, si trovano a sostenere costi anche elevati per il conto corrente aziendale, senza che a questi corrisponda un’offerta di servizi realmente adeguata alle necessità operative quotidiane.

Oltre al canone fisso, le aziende devono affrontare spese di commissione per ogni pagamento elettronico effettuato, basti pensare che un semplice pagamento pagoPA può arrivare a costare fino a 5 euro, oltre a costi aggiuntivi per l’emissione di carte aziendali o altri servizi accessori. Un'altra criticità riguarda la trasparenza: le banche propongono offerte complesse, spesso non semplici da leggere ed interpretare, che rendono difficile capire con precisione il reale costo complessivo. Accade così che un’azienda finisca per vedersi addebitati costi extra non previsti o dover attivare, anche involontariamente, servizi aggiuntivi che gonfiano il canone originario.

Secondo la Banca d’Italia, il costo sociale complessivo del sistema di pagamento, cioè la somma dei costi sostenuti da imprese, consumatori e intermediari, ha raggiunto nel 2022 i 12 miliardi di euro, pari allo 0,61% del PIL. Se è vero che l’avanzamento verso strumenti digitali ha ridotto il costo medio per operazione da 1,01 euro a 0,62 euro, resta il fatto che per aziende con elevato volume di transazioni, la spesa complessiva sia tutt’altro che trascurabile.

Nel territorio bergamasco, dove l’economia è fortemente trainata dal settore manifatturiero, la questione assume un peso ancora più rilevante. Le imprese locali, attive in settori come metalmeccanica, edilizia, logistica o artigianato specializzato, devono gestire ogni mese numerosi pagamenti verso terzisti, fornitori e dipendenti, con un impatto diretto per ogni singola transazione. Le commissioni su strumenti come bonifici, pagoPA, F24, RiBa e SDD risultano spesso ancora elevate, soprattutto perché trattasi di pagamenti tipici del mercato italiano e che non rientrano nelle recenti direttive europee che hanno calmierato i costi di commissione, come avvenuto recentemente per i bonifici istantanei.

In questo scenario si inserisce Tot, una fintech 100% italiana e completamente digitale che propone una soluzione pensata proprio per le esigenze delle imprese: un conto aziendale online all-inclusive, che prevede un canone fisso (con cinque piani diversi tra cui scegliere in base alle necessità aziendali) e nessuna commissione aggiuntiva sulle operazioni, inclusi bonifici SEPA anche istantanei, SDD, pagoPA, F24, I24 e RiBa.

Ogni soluzione Tot include poi almeno una carta di pagamento, con la possibilità di attivarne più di una (fino a 10 carte fisiche e 500 carte virtuali incluse) da assegnare a dipendenti e collaboratori per le spese aziendali. 

Grazie a Tot, ad esempio, un’azienda metalmeccanica bergamasca che ogni mese effettua decine di pagamenti ai fornitori, può operare senza pagare un euro di commissione su ogni bonifico. Oppure una ditta edile specializzata in ristrutturazioni residenziali può gestire i pagamenti verso subappaltatori senza erodere la propria marginalità.

Il modello all-inclusive e 100% online di Tot non è solo una soluzione digitale: rappresenta una scelta strategica. In un contesto come quello bergamasco, composto da aziende strutturate con oltre 50 dipendenti, ma anche da piccole realtà d’eccellenza, dove ogni euro risparmiato in commissioni può essere reinvestito in sviluppo, innovazione o formazione.

Eliminando i costi nascosti, Tot restituisce controllo e trasparenza nella gestione finanziaria delle imprese e, soprattutto in territori produttivi come quello orobico, questi sono vantaggi tutt’altro che marginali.