Lugimiranza

Ahanor, l'investimento della Dea e il precedente di Diallo che apre lo sguardo sull'Europa

Certe operazioni si fanno guardando avanti e scommettendo sulle qualità di giovani che devono ancora dimostrare tutto. Fuori dall'Italia funziona così

Ahanor, l'investimento della Dea e il precedente di Diallo che apre lo sguardo sull'Europa
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di Fabio Gennari

Nel 2020 - era inizio ottobre -, l'Atalanta chiuse la cessione di Amad Diallo (già Traoré) al Manchester United per 25 milioni di euro più 15 di bonus. L'attaccante ivoriano aveva appena tre presenze in campionato e ci si interrogava sul tipo di operazione che coinvolgeva un ragazzo così giovane (poco più di 18 anni) con cifre così importanti. «È la Premier che può permetterselo», si diceva. E in effetti parliamo del campionato più ricco del mondo.

Parlando con alcuni addetti ai lavori del recentissimo acquisto di Honest Ahanor da parte dell'Atalanta per 20 milioni di euro (bonus compresi) si capisce molto bene che, a livello europeo, certe operazioni su ragazzi molto giovani non sono affatto rare. In Inghilterra, ma anche in Germania e in Francia. E non solo.

L'Atalanta, in questo momento, va considerata come un'italiana che affronta il mercato con approccio europeo. Perché conta di sicuro la solidità economica, ma sono soprattutto la strategia, il progetto e la lungimiranza a rendere tutto ancora più interessante.

Investire su ragazzi così giovani ma con potenzialità evidenti e doti ormai chiare significa puntare su elementi che possono darti una mano a restare grande nel medio periodo. Chi si occupa di mercato dei giovani sa bene che ci sono in giro ragazzi che oggi costano 35-40 milioni che potevano essere acquistati un paio d'anni fa per appena un paio di milioni. Certo, bisogna avere fiducia e puntarci, mettendoli in campo senza aspettare che lo faccia qualcun altro al posto tuo. Il rischio c'è sempre, quando si prende un giocatore che ancora deve dimostrare tutto non si hanno garanzie, ma ci sono anche ambienti che possono aiutare la crescita. Bergamo e l'Atalanta sono forse i migliori del nostro calcio, in questo senso.

Ahanor è un ragazzo del 2008, se ne parla molto bene sia sul piano calcistico che umano, ha un approccio al lavoro formidabile e fuori dal campo la testa a posto. Attendersi che sia subito decisivo è forse troppo, ma con il lavoro quotidiano e la possibilità di entrare in un sistema collaudato (anche se è cambiato il mister) si può aiutarlo a diventare grande. La storia dell'Atalanta degli ultimi anni dice che giocatori da rilanciare e giovani da far crescere sono stati due pilastri del successo.