il contrasto

Il Comune risponde sulla questione decoro e sicurezza in Galleria Fanzago a Bergamo

In un'interrogazione, Tentorio (FdI) elencava i problemi fra la stazione e viale Papa Giovanni XXIII: «Il personale della polizia è sempre presente»

Il Comune risponde sulla questione decoro e sicurezza in Galleria Fanzago a Bergamo
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È stata immediata la risposta dell'assessore alla Sicurezza, Giacomo Angeloni, che ha ribattuto nel giro di poche ore all'interrogazione inviata oggi, 14 luglio, dalla consigliera Ida Tentorio sulla situazione di viale Papa Giovanni XXIII e Galleria Fanzago a Bergamo.

L'assessore inizia tra l'altro ringraziando la consigliera stessa in quanto «questa occasione mi permette di evidenziare lo sforzo congiunto di tutte le forze dell'ordine e della nostra polizia locale nel fronteggiare le problematiche segnalate».

I controlli delle forze dell'ordine

Angeloni sottolinea innanzitutto come il personale appartenente a del Nucleo interventi sicurezza urbana (U.O. Nisu) della polizia locale è costantemente presente nel fare controlli nell'area evidenziata come problematica, «avvalendosi anche dell'unità cinofila in dotazione».

L'assessore specifica: «Questa attività viene svolta in collaborazione con i servizi straordinari di controllo del territorio, organizzati e coordinati dalla Questura di Bergamo, ai quali partecipano anche militari della Guardia di Finanza e dell'Arma dei Carabinieri. Durante questi servizi, tutti i soggetti vengono identificati: in caso di irregolarità sul territorio nazionale, vengono accompagnati presso l’Ufficio Immigrazione della Questura di Bergamo per avviare le procedure previste dalla normativa vigente».

Focus su Galleria Fanzago

Aggiunge alcune specifiche su Galleria Fanzago, ricordando i diversi incontri fatti con i residenti e la proposta di installare dei cancelli di sicurezza per evitare i bivacchi notturni. «Il nostro obiettivo prioritario è garantire il decoro urbano e il rispetto delle regole in città. Per questo sono stati rafforzati i controlli e i presidi sul territorio, in collaborazione con il Questore, affinché siano efficaci e tempestivi».

Angeloni rivela che proprio ieri, domenica 13 luglio, è stato eseguito di un controllo della Polizia nella galleria Fanzago a seguito del quale lo stesso assessore ha «personalmente chiesto ad Aprica una pulizia dell'area che è stata eseguita tempestivamente».

Per un intervento infrastrutturale, però, non può essere il Comune a decidere, bensì il condominio. E, in tal senso, ci sono novità: sono infatti iniziati i lavori per posizionare all'ingresso della Galleria non delle recinzioni, ma comunque delle strutture semoventi (e trasparenti) che consentano di bloccare il passaggio di notte, così da evitare che dei senzatetto stazionino nello spazio.

I lavori iniziati alla Galleria Fanzago

Politiche sociali

A queste operazioni, si aggiunge la rete sociale messa in atto per integrare le politiche di sicurezza pubblica al benessere sociale. Sempre Angeloni: «Questa strategia comprende il prezioso lavoro degli operatori di strada e il coordinamento con i servizi sanitari e sociali, per favorire l'inclusione e il reinserimento dei soggetti più vulnerabili. Un'emergenza che si amplia riguarda la presenza di persone senza fissa dimora in città. Secondo numerosi osservatori, questa situazione si è aggravata a causa delle politiche migratorie adottate dal Governo Nazionale».

Un problema più grande

Angeloni a questo punto amplia il discorso per dimostrare come il Comune possa sì provare a tamponare l'attuale situazione, ma che per cambiamenti radicali servirebbero, a suo dire, politiche superiori differenti. Spiega: «L'abrogazione dei permessi di soggiorno per motivi umanitari ha lasciato molte persone in un limbo legale, impedendo loro di accedere ai servizi essenziali. Spesso, tali individui vengono coinvolti da organizzazioni criminali che li sfruttano per attività illecite, come lo spaccio di droga. Rapporti autorevoli, tra cui quello della Caritas italiana, segnalano questa emergenza come una delle più gravi a livello nazionale. Le vittime di questa crisi sono spesso persone prive di speranza, che non hanno nulla da perdere e si trovano senza documenti e senza prospettive di regolarizzazione. Mentre si discute esclusivamente di rimpatri, si tratta in realtà di affrontare una sfida molto complessa, e la soluzione appare paragonabile a spostare il mare con un cucchiaino».

Nel complesso, si dice consapevole delle difficoltà della situazione, ma anche convinto della possibilità di gestirle al meglio «promuovendo politiche più efficaci e coordinate per garantire sicurezza, dignità e rispetto dei diritti».