La beffa

Lupi in Val Brembana, le predazioni sono sempre più frequenti. Ma gli allevatori non denunciano

Il motivo è presto detto: chi di dovere classifica l'attacco come opera di un cane randagio e così i proprietari sono costretti a pagare

Lupi in Val Brembana, le predazioni sono sempre più frequenti. Ma gli allevatori non denunciano

Le predazioni da lupi, in Valle Brembana, potrebbero essere molte più di quelle ufficialmente rilevate. Questo perché molti allevatori hanno scelto di non denunciare: anziché ricevere un risarcimento, infatti, si trovano costretti a pagare lo smaltimento, complice una valutazione forse errata fatta da chi di dovere.

Oltre al danno, anche la beffa

A raccontarlo è un allevatore, che al portale Val Brembana Web ha spiegato come siano in molti a scegliere di far finta di nulla. Capre, vitelli e pecore dilaniati dai lupi ormai sarebbero sempre più frequenti e tra allevatori ci si scambia immagini e consigli.

A ogni nuovo animale assalito, i proprietari si sono detti restii dal comunicarlo ufficialmente. Questo perché, quando vengono effettuati controlli da chi di dovere, gli attacchi vengono spesso classificati come opera di cani randagi, e non lupi. Così l’allevatore non solo non riceve alcun risarcimento, ma si trova anche costretto a pagare lo smaltimento dei resti. E in più a dover affrontare la perdita di un capo.

«Ma quali cani randagi!», è lo sfogo dell’allevatore. Così, sono in pochi a scegliere di segnalare: una situazione che si protrae ormai da diversi mesi. Sulle Orobie, in particolare in alta Val Brembana e in Val Serina, è ormai consolidata la presenza di lupi, più di un branco è stato avvistato (anche singoli esemplari, come avvenuto a Camerata Cornello e a Sedrina) e immortalato dalle fototrappole. Il numero di predazioni resta però ufficialmente basso, quando la realtà vedrebbe molti più casi, intenzionalmente sottaciuti.