Scontro sugli alberi

La minoranza ha provato a salvare i tigli rimasti in via Papa Giovanni a Ponte San Pietro

“Tu per Ponte al futuro” ha presentato una nuova mozione, l’amministrazione Macoli tuttavia resta ferma sulle sue posizioni

La minoranza ha provato a salvare i tigli rimasti in via Papa Giovanni a Ponte San Pietro
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di Laura Ceresoli

Nonostante i lavori del primo lotto in via Papa Giovanni XXIII siano già stati avviati, con l’abbattimento di metà degli alberi del quartiere Villaggio Santa Maria, a Ponte San Pietro, la lista di minoranza “Tu per Ponte al futuro” non demorde.

Nell’ultimo consiglio comunale, i consiglieri Marco Carissimi, Michele Facheris, Patrizia Farina, Jacopo Masper e Valentina Suardi hanno presentato una nuova mozione per tentare di salvare i rimanenti 60 tigli minacciati dal secondo lotto dell’intervento. Una richiesta che, però, si è scontrata ancora una volta con il secco rifiuto dell'amministrazione Macoli.

Il documento presentato dall’opposizione partiva da un presupposto chiaro: gli esemplari, molti dei quali piantati decenni fa, rappresentano un patrimonio identitario per il quartiere: «Il progetto prevede l’abbattimento di oltre 100 tigli e aceri maturi, nonostante la relazione tecnica dell'agronomo Marco Teli del dicembre 2023 indichi che solo due alberi su 53 esaminati versino in condizioni critiche, mentre la grande maggioranza è in condizioni gestibili», si legge nella mozione.

I consiglieri evidenziano come le interferenze tra radici e marciapiedi siano «localizzate e risolvibili con interventi mirati, senza necessità di eliminare l’intera alberatura». «La relazione stessa ammette che molti danni derivano da anni di mancata manutenzione: potature errate, capitozzature invasive e scavi che hanno compromesso le radici - prosegue la mozione -. In altre parole, la scarsa cura ricevuta nel corso degli anni ha contribuito al degrado attuale, che ora si vorrebbe risolvere in modo radicale e irreversibile, a danno della collettività».

Particolarmente critica, secondo la lista, è l’assenza di studi pubblici sul tema: «Non sono stati resi noti - sottolineano i consiglieri - analisi complete su impatto ambientale, sanitario, climatico o sociale, né è stato condotto un censimento della fauna urbana presente. Alberi come questi non sono sostituibili in pochi anni. Si perdono per decenni ombra, qualità dell’aria e bellezza del paesaggio».

Attraverso la mozione è stato invocato il rispetto della legge 10/2013, che «invita gli enti locali a tutelare e sviluppare il verde urbano, non a cancellarlo per semplificare i cantieri» (...)

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