di Fabio Gennari
Ci siamo distratti fin troppo. L’Italia a Bergamo, i 14 giocatori convocati (che poi sono diventati 13 per l’infortunio di Scamacca), le qualificazioni Mondiali, la pallavolo e Sinner, il Gran Premio di Monza, tutto quello che volete. Adesso, però, basta. È il momento di tornare alle cose che contano, ovvero Atalanta-Lecce.
Oggi (10 settembre) inizia la vendita dei biglietti per Paris Saint-Germain-Atalanta della prossima settimana, ma prima c’è il Lecce. E guai a dimenticarlo. Perché gare come quella di Parigi passano da quelle contro il Lecce.
Prima del risultato, tuttavia, c’è da ritrovare lo spirito battagliero e gagliardo che tante volte abbiamo visto. Per il quale ci siamo esaltati, sugli spalti o davanti a uno schermo. E siccome il Dna del gruppo è quello, gli uomini (in gran parte) e la voglia di stupire ancora anche, adesso dentro a vite.
Domenica (14 settembre) c’è una partita che non è importante, di più. Non è una normale sfida di ripresa contro una squadra che lotta per non retrocedere, è l’occasione di dimostrare che l’Atalanta di Parma è stata solo un caso. Non per il risultato, non per il “pareggino”. Per la prestazione. E i primi a saperlo sono proprio quelli che vanno in campo.
Bergamo e la gente che vuol bene all’Atalanta abbracceranno come sempre i ragazzi. Juric ha un compito molto importante, ovvero quello di farci rivedere, ritrovare, riassaporare qualcosa che faccia capire a tutti perché ne vale la pena. Ripetiamo, non è il risultato quello che sposta le valutazioni: adesso servono segnali, indicazioni. Qualcosa che ti faccia strabuzzare gli occhi dicendo: “Ecco, chesta l’é l’Atalanta”.