A poche ore dal via libera definitivo della Giunta comunale al progetto di riqualificazione di Piazza Angelini, che dovrebbe arrivare domani (giovedì 10 settembre), il Comitato residenti di Città Alta e Colli gioca l’ultima carta. In una lettera indirizzata alla sindaca Elena Carnevali e all’amministrazione tutta, gli abitanti cambiano registro e dalle proteste contro il progetto passano a proposte concrete di mediazione.
«Borgo vivo o museo a cielo aperto?»
La missiva pone una questione di fondo che va oltre la singola piazza: «Vogliamo un borgo vivo e abitato o un museo a cielo aperto, pensato quasi esclusivamente per i turisti?». Una domanda che risuona con forza nel dibattito che da mesi divide residenti e amministrazione sulla trasformazione dello spazio oggi utilizzato come parcheggio informale per una trentina di auto.
I residenti esprimono il timore che «senza adeguate soluzioni concrete si finisca per compromettere la vita quotidiana dei cittadini e la sopravvivenza delle piccole attività locali», manifestando preoccupazione per «l’ipotesi di una piazza completamente vuota e priva di auto, simile a Piazza Cittadella».
Le proposte
Il cambio di strategia del Comitato è evidente nelle due richieste principali avanzate. Innanzitutto, delle soluzioni economicamente sostenibili per i parcheggi dei residenti, con particolare attenzione «alle famiglie a basso reddito e in situazioni di fragilità sociale e/o economica»
Oltre a questo, è stata proposta una fase di sperimentazione temporanea a Piazza Angelini per «testare diverse soluzioni e valutare concretamente l’impatto sulla vita quotidiana e sulla qualità dello spazio pubblico»
La lettera cita anche il confronto con il paesaggista Maurizio Vegini, che avrebbe sottolineato «l’importanza di una piazza vissuta e inclusiva, prendendo ispirazione da esperienze già realizzate con successo in altre città italiane, come Piazza Sant’Agostino a Modena o Piazza Porta Nuova a Marsala».
Una battaglia lunga mesi
La proposta di mediazione arriva dopo mesi di scontro tra amministrazione e residenti. Le tensioni erano esplose in una precedente lettera del Comitato, in cui si lamentava il «mancato confronto» e si temeva la trasformazione della piazza in «un’estensione disordinata di dehors».
L’amministrazione aveva risposto per bocca degli assessori Marco Berlanda (Mobilità) e Francesco Valesini (Riqualificazione urbana), rivendicando che si trattava di «un programma elettorale dichiarato» e che «risulta difficilmente accettabile che la decisione debba essere assunta solo previo l’esclusivo assenso di chi ha evidentemente un interesse diretto nel voler continuare a parcheggiare sotto casa».
Via libera della Soprintendenza, ma con prescrizioni
Il progetto ha già ottenuto tutti i permessi necessari. L’ente di tutela ha dato il via libera il 19 agosto, subordinando però l’efficacia del nulla osta «all’osservanza di alcune prescrizioni tecniche», tra cui l’inserimento di uno strato separatore per proteggere la pavimentazione in ciotoli.
Il piano prevede la creazione di otto carpini piantati in grandi vasi e tre isole attrezzate con panchine, illuminazione e arbusti, eliminando definitivamente i posti auto.
L’appello finale
Nella lettera odierna, il Comitato conclude con un appello al dialogo: «Crediamo che il futuro di Città Alta non possa essere deciso a tavolino, ma debba nascere da un dialogo autentico con chi il centro storico lo vive ogni giorno».
Resta da vedere se questa proposta di mediazione dell’ultima ora potrà influenzare la decisione della Giunta prevista per domani. I lavori, secondo i piani originali, dovrebbero iniziare a metà ottobre per concludersi entro la fine dell’autunno, trasformando definitivamente uno degli ultimi spazi di sosta per residenti nel cuore del borgo antico.
Le preoccupazioni sollevate dai cittadini riguardano non solo l’aspetto pratico dei parcheggi, ma anche il rischio che Città Alta si trasformi progressivamente in un luogo pensato più per i turisti che per chi ci vive quotidianamente.