Serataccia

Psg-Atalanta va analizzata bene. Non per la differenza vista, ma per quanto non è stato fatto

Nei novanta minuti della prima di Champions s'è visto davvero poco da salvare. Ed è da questa evidenza che bisogna partire per rialzarsi

Psg-Atalanta va analizzata bene. Non per la differenza vista, ma per quanto non è stato fatto

di Fabio Gennari

Analizzare una partita che finisce 4-0 con il portiere di chi perde che è stato nettamente il migliore in campo è molto complicato se non si parte dalle certezze che la sfida ha messo in luce. E dentro la gara contro il Paris Saint-Germain ci sono tante cose da cui ripartire. Non perché siano state positive, ma perché hanno evidenziato alcune cose in modo chiaro.

In primo luogo, la differenza di valori. Le categorie esistono. In ogni ambito del lavoro e della vita ci sono situazioni in cui qualcuno è più bravo e qualcuno meno. Il Paris Saint-Germain e l’Atalanta sono realtà, oggi, di categorie differenti.

Il Psg è più forte e nessuno lo mette in dubbio. La tattica per provare a ridurre questa differenza è in mano all’allenatore. Si possono sbagliare o meno le scelte, ma una cosa è giusto dirsela senza girarci attorno: se prendi gol con errori banali, se gli altri ti attaccano e tu vai in difficoltà con il portiere che ti salva, significa che non hai fatto bene. Non puoi aver fatto bene, checché tu ne dica. Perché se quello visto a Parigi significa giocare bene, non riuscendo nemmeno mai a calciare in porta, è grave. I problemi si risolvono, ma bisogna essere consapevoli che esistono.

Certo, il fatto di non dover più affrontare – almeno in questa fase – una squadra così forte in Champions è un passo avanti. Mettiamoci anche che sul piano atletico i francesi sembravano avere una marcia in più. Ma la verità è che, guardando Psg-Atalanta, c’è poco poco da salvare. Adesso è importante che nel chiuso dello spogliatoio si analizzi tutto per bene. Perché è da lì che devono nascere cose nuove. Solo da lì.