tempi dei processi più lunghi

Il personale amministrativo del Tribunale di Bergamo è in ginocchio. I sindacati: «Presto una paralisi»

Nel palazzo di giustizia manca l'organico: chi c'è ha un carico di lavoro triplicato e i professionisti iniziano a cercare occupazione altrove

Il personale amministrativo del Tribunale di Bergamo è in ginocchio. I sindacati: «Presto una paralisi»

Al Tribunale di Bergamo la macchina della giustizia scricchiola. Oggi, a fronte di un organico che dovrebbe contare 142 persone, ne lavorano appena 105, e se si considerano part-time, distacchi e assenze prolungate, la presenza reale scende addirittura a 92,7 unità. Tradotto: una scopertura effettiva del 34,7 per cento ben oltre quella ufficiale del 26 per cento.

Una situazione che non è nuova alle cronache, e per questo già critica, ma che, secondo le rappresentanze sindacali di Cgil e Usb, potrebbe presto trasformarsi in un’emergenza vera e propria: «A giugno 2026 scadranno i contratti del personale Pnrr, e se non arriveranno stabilizzazioni, il rischio è la paralisi degli uffici giudiziari», spiegano.

Tribunale in tilt

Oggi gran parte delle attività del Tribunale si regge proprio sul personale assunto con i fondi Pnrr, cioè 63 lavoratori su 105 tra addetti all’Ufficio per il Processo, tecnici amministrativi e operatori “data entry”.

Ma i numeri parlano chiaro. Secondo i dati raccolti dalle rappresentanze sindacali, solo la metà di loro, a livello nazionale, sarà stabilizzata. «Questo significa che dal 1° luglio 2026 circa seimila persone rischiano di restare senza lavoro – spiegano Antonino Scavone (Rsu Usb) e Stefania Lombardo (Rsu Fp Cgil) –. A Bergamo perderemmo metà del personale precario, e il tribunale rischierebbe di fermarsi».

Si allungheranno i tempi di giustizia

La situazione è grave: i tecnici amministrativi sono solo tre su nove previsti (scopertura del 66,7 per cento), mentre tra gli operatori “data entry” ne restano appena quattro su sedici, con un buco del 75 per cento.

«Parliamo di lavoratori che hanno superato concorsi pubblici e che oggi tengono in piedi le cancellerie e l’archivio digitale – aggiungono -. Senza di loro, anche i tempi della giustizia per i cittadini si allungheranno ancora».

Il personale fugge 

L’incertezza preoccupa molti di quei lavoratori assunti con fondi Pnrr, oggi già formati e inseriti negli uffici. Già da ora, infatti, stanno cercando impiego altrove, attratti da amministrazioni che offrono contratti a tempo indeterminato.

«Si disperdono competenze e si vanificano gli investimenti pubblici – denuncia la relazione sindacale –. Dopo anni di formazione, si lascia andare chi garantisce ogni giorno il funzionamento dell’ufficio. Così il tribunale di Bergamo rischia di perdere professionalità preziose, proprio mentre servirebbero più risorse per gestire la mole di procedimenti, digitalizzazioni e archiviazioni».

Oltre il danno anche la beffa

Per chi resta, oltre il danno anche la beffa. Questo perché la situazione non è solo un problema del Tribunale: anche gli uffici del Giudice di Pace di Bergamo e Grumello del Monte, già cronicamente sotto organico, si reggono sullo stesso personale amministrativo in distacco.

«Chi resta deve farsi carico di carichi di lavoro triplicati in un contesto che potrebbe presto essere dichiarato sede disagiata, senza però alcuna indennità aggiuntiva», continuano Cgil e Usb.

Le richieste dei sindacati

I sindacati chiedono interventi urgenti e strutturali: la stabilizzazione di tutto il personale Pnrr, un immediato potenziamento della pianta organica, e una riforma del reclutamento che garantisca continuità al servizio pubblico della giustizia.

«Bergamo non può permettersi un tribunale dimezzato – concludono Scavone e Lombardo –. Servono interventi concreti e immediati per assicurare la piena operatività degli uffici giudiziari e difendere il diritto dei cittadini a un sistema di giustizia efficiente, accessibile e umano».