dal 28 settembre al 12 ottobre

È stata un successo la prima edizione di M.UR.A. Festival, dedicato all’arte urbana a Bergamo

I murales realizzati dai cinque artisti coinvolti e dai collettivi locali sono diventati ora parte integrante della città

È stata un successo la prima edizione di M.UR.A. Festival, dedicato all’arte urbana a Bergamo

L’ultimo festival tenutosi a Bergamo ha lasciato il segno… sui muri. È successo con il M.UR.A. Festival, il primo Museum of Urban Arts, che dal 28 settembre al 12 ottobre ha trasformato la città in un museo a cielo aperto. L’idea è nata dall’assessorato alla Cultura del Comune insieme a diverse associazioni del territorio, con l’obiettivo di portare l’arte tra la gente e farla diventare occasione di incontro, partecipazione e bellezza condivisa.

La prima edizione del festival ospitata in città è stata un successo, anche per il ricco palinsesto di attività che è stato proposto: murales, laboratori, visite guidate, talk e live painting. Tutto dedicato alla celebrazione dell’arte urbana.

Un museo a cielo aperto 

Durante le due settimane di festival, Bergamo si è riempita di artisti e curiosi. A realizzare le opere sono stati “A m’l rum da me“, Hitnes, Luca Font, Taxis, Udatxo, insieme ai collettivi locali Cds Fam e BGML’S.

Le loro creazioni oggi colorano pareti di scuole, condomini e spazi pubblici. Ogni murale è nato da incontri e laboratori che hanno coinvolto la “gente del posto”: residenti, studenti, associazioni, bambini e giovani, trasformando le idee raccolte in vere e proprie opere permanenti. Il risultato? Un museo gratuito e diffuso, che si visita semplicemente camminando per la città.

Sette storie e sette muri 

Dietro ogni opera c’è un tema e un racconto personale.

  • A m’l rum da me – Lumbung: il collettivo ha portato a Bergamo il lumbung, una capanna di riso indonesiana che rappresenta la condivisione. Un grande disegno color sabbia, semplice, che dedicato alla comunità e alla solidarietà. È un invito a “mettere in comune”.

  • Hitnes – Il serpente tra i rovi: un enorme serpente si muove sinuoso su una parete, circondato da piante e fiori. Un richiamo alla forza della natura, che resiste e si intreccia con l’ambiente urbano. Un’opera piena di movimento e dettagli, tipica dello stile dell’artista romano.

  • Luca Font – Acqua è vita: forme geometriche, linee pulite e toni di blu. L’opera celebra l’acqua come bene comune e simbolo di vita, ricordando quanto sia essenziale proteggerla.

  • Taxis – Abitare il sogno: l’artista greco ha creato un murale “da sogno”, pieno di colori tenui e figure oniriche. Le sue case fluttuanti e le forme leggere vogliono invitare a riflettere sull’equilibrio e il rispetto dell’abitare un luogo.

Udatxo – Libertà e futuro: è forse il murale più “sociale” del festival. L’artista basca ha raccolto i racconti e i volti dei ragazzi del quartiere e li ha trasformati in un ritratto collettivo.

  • Cds Fam – Radici urbane; BGML’S – La città che siamo: i due collettivi locali hanno aggiunto una firma tutta bergamasca al progetto, portando l’identità e lo stile della scena urbana cittadina.