Negli ultimi giorni il tema della carenza dei medici di base è tornato a muovere l’opinione pubblica in Val Gandino. A farne le spese, in particolare, è stata l’amministrazione comunale di Casnigo, destinataria di diverse segnalazioni fatte da alcuni cittadini per sollecitare un intervento nel fronteggiare il problema.
Una situazione definita non più critica, ma addirittura «drammatica» da chi per primo ha fatto sentire la propria voce chiamando in causa il sindaco Enzo Poli, il quale ha risposto con un comunicato ufficiale in cui ha chiarito che: «Il reclutamento dei medici di base e la loro gestione è di competenza rispettivamente della Regione e della Asst. Chi ha promosso queste richieste ignora che il sottoscritto insieme ai colleghi della Val Gandino ha più volte agito in maniera proattiva rivolgendosi alle autorità competenti (tra cui anche il Ministero). Nonostante ciò, i tentativi sono risultati infruttuosi».
L’allarme medici sul territorio e, più in generale, in Val Seriana, preoccupa in realtà già da tempo ed è tornato alla ribalta nelle scorse settimane dopo il pensionamento dell’unico medico rimasto a Casnigo, che garantiva assistenza anche a molti cittadini di Cazzano.
Attualmente in Val Gandino, su circa 15 mila abitanti, sono dunque solo sei i medici di base rimasti negli ambulatori di Gandino e Leffe, mentre a Casnigo, Cazzano e Peia buona parte della popolazione, rimasta scoperta, si rivolge al Servizio di Continuità Assistenziale (ex guardia medica) o è costretta a spostarsi negli ambulatori dei paesi vicini.
A farne le spese, comprensibilmente, le fasce di popolazione più anziane, che fanno più fatica a raggiungere altri paesi o non ne hanno nemmeno la possibilità.
«È ormai risaputo che si tratta di un problema diffuso su scala nazionale – ribadisce Poli -. Quello che vorremmo far comprendere ai nostri cittadini è che purtroppo le amministrazioni pubbliche non possono risolvere questi problemi, in quanto (…)