Omicidio a Colognola

Confermata in Appello la condanna a 18 anni per la colf che uccise una 77enne gettandola dalla finestra

La Corte d'Assise di Brescia non ha accolto le richieste degli avvocati difensori che chiedevano l'assoluzione. Già annunciato il ricorso in Cassazione

Confermata in Appello la condanna a 18 anni per la colf che uccise una 77enne gettandola dalla finestra

Nessun ribaltamento, nessuno sconto. La Corte d’Assise d’Appello di Brescia ha confermato oggi (mercoledì 26 novembre) la condanna a 18 anni di reclusione per omicidio volontario aggravato per Krystyna Mykhalchuk, la colf ucraina di 28 anni residente a Scanzorosciate e accusata di aver gettato dalla finestra di un appartamento di via Einstein, a Colognola (Bergamo), il 22 aprile di tre anni fa, Rosanna Aber, pensionata di 77 anni.

Confermata la sentenza di primo grado

La sentenza è stata emessa dopo due ore e mezza di camera di consiglio e ha, di fatto, soddisfatto la richiesta della Procura e dell’avvocato di parte civile (in rappresentanza dei figli della vittima), che avevano chiesto la conferma della condanna di primo grado. Enrico Pelillo e Andrea Pezzotta, legali dell’imputata, avevano invece chiesto l’assoluzione dall’accusa di omicidio.

Mykhalchuk era accusata anche di furto e utilizzo indebito di carte di credito: la donna aveva infatti confessato di aver sottratto e utilizzato il bancomat di Aber per fare dei prelievi (per un ammontare complessivo di duemila euro). Secondo l’accusa, la 77enne aveva scoperto questo “furto” e l’omicidio sarebbe avvenuto al culmine di una lite al riguardo.

La tesi della difesa

La difesa ha sempre negato questa ricostruzione dei fatti, affermando invece che Aber sia morta a seguito di una caduta accidentale. L’anziana, a parere dei legali della colf, si sarebbe arrampicata sul davanzale della finestra per controllare che i vetri fossero stati ben puliti e da lì sarebbe poi caduta nel vuoto. A tal proposito, gli avvocati Pelillo e Pezzotta avevano chiesto un’integrazione probatoria per determinare il peso esatto di Rossana Aber – così da dimostrare che la loro assistita non sarebbe riuscita a sollevarla e spingerla dalla finestra – e un approfondimento sulla documentazione medica della vittima, cosa da capire se soffrisse di possibili patologie psicologiche che avrebbero potuto portarla al suicidio.

I commenti alla sentenza

Queste richiesta sono state respinte dalla Corte d’Assise d’Appello. Come riportato da L’Eco di Bergamo, Pezzotta, dopo la sentenza, ha annunciato un nuovo ricorso: «Arriveremo a Roma in Cassazione con alcuni dubbi». Gianandrea Besana, figlio della vittima, al Corriere Bergamo ha invece commentato: «Speravamo nella conferma della condanna, perché andava fatta giustizia per la mamma. Certo, non siamo contenti. Avremmo preferito che la mamma fosse qui e che si godesse gli ultimi anni di vita».