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Casa del Custode a San Vigilio, dietrofront del Comune: tolta dal Piano delle alienazioni, non si vende

Al suo posto, si prevede la cessione di un edificio adiacente al rettorato dell’Università degli Studi di Bergamo

Casa del Custode a San Vigilio, dietrofront del Comune: tolta dal Piano delle alienazioni, non si vende

In molti, a Bergamo, oggi possono tirare un sospiro di sollievo: la Casa del Custode del Castello di San Vigilio non si vende.

Dopo mesi di polemiche, appelli e timori, l’edificio esce ufficialmente dal Piano delle alienazioni del Comune. La decisione è arrivata ieri (venerdì 12 dicembre) in seconda commissione consiliare, dove è stato approvato il piano per il triennio 2025-2028, passaggio necessario prima della discussione sul bilancio di previsione, prevista in Consiglio comunale il 15, 17 e 18 dicembre.

Perché era finita in vendita

La Casa del Custode è un edificio di circa 200 metri quadrati, parte del complesso del Castello di San Vigilio, uno dei luoghi simbolo di Città Alta e del sito Unesco delle Mura Veneziane. Era stata inserita nel Piano delle alienazioni nel 2014 dalla Giunta Tentorio e da allora era rimasta nell’elenco dei beni comunali da vendere.

La vendita era stata motivata dalla possibilità di ottenere un importante ritorno economico, con una base che sfiorava il milione e mezzo di euro, ma proprio questa prospettiva aveva acceso un acceso dibattito in città.

Un altro edificio entra nel Piano

Con l’aggiornamento approvato in commissione, al posto della Casa del Custode viene inserito nel Piano un edificio adiacente al rettorato dell’Università degli Studi di Bergamo.

Come riporta L’Eco di Bergamo, si tratta di una porzione dell’edificio in via San Salvatore, sempre in Città Alta, già utilizzato parzialmente dal rettorato e che il Comune punta a vendere allo stesso ateneo per un valore stimato di 1,1 milione di euro.

I dettagli dell’operazione sono ancora in fase di definizione, anche in rapporto con l’Università, ma, come spiegato dall’assessore al Patrimonio Francesco Valesini, questa operazione permette di avere entrate importanti e, allo stesso tempo, di cambiare rotta sulla Casa del Custode.

Cercasi progetto di valorizzazione

L’idea non è lasciare l’edificio fermo, ma provare a dargli un futuro diverso: non la vendita, ma un percorso per recuperarlo e valorizzarlo, anche coinvolgendo soggetti esterni. Quindi, invece di mettere l’immobile sul mercato, il Comune vuole capire se ci siano privati interessati a collaborare a un progetto di rilancio, mantenendo l’attenzione sul valore storico del luogo.

Dopo le proteste dei cittadini

La decisione arriva dopo mesi di prese di posizione da parte dei bergamaschi. In estate un cittadino aveva scritto una lettera alla sindaca Elena Carnevali, chiedendo di riconsiderare la scelta di vendere l’edificio. «Sono certo che molti concittadini ignorino le implicazioni di questa decisione, che rischia di privare Bergamo e l’intera comunità di un bene di inestimabile valore storico, culturale e identitario».

Secondo il cittadino, la Casa del custode «non è un semplice immobile o una portineria», ma un elemento fondamentale del Castello e del sito Unesco. «Alienare un bene pubblico di tale rilevanza, per di più parte di un sito Unesco, significa compiere un passo irreversibile che va contro il principio di conservazione e valorizzazione del nostro patrimonio», scriveva, chiedendo di aprire addirittura un confronto pubblico prima di prendere una decisione definitiva.

Anche le associazioni

Accanto alla lettera, si erano mossi anche gruppi e associazioni, tra cui Italia Nostra Aps, Castrum Capelle e Bergamo solidale ed ecologista, che avevano promosso iniziative e raccolto adesioni per chiedere che la Casa del Custode restasse un bene pubblico.

Tra queste, anche una campagna di cartoline indirizzate all’Unesco per segnalare il rischio legato alla vendita di una parte del patrimonio mondiale.

Il commento del Pd

«Si tratta di un cambio di passo essenziale, che dimostra la totale buona fede nell’azione della Giunta – ha detto durante la seduta di commissione il consigliere Alessandro De Bernardis, segretario cittadino Pd -. Purtroppo, infatti, negli ultimi mesi abbiamo assistito a un dibattito pubblico nel quale troppo spesso si è accusato l’Amministrazione di volere svendere un patrimonio della città: in realtà, la Giunta ha semplicemente lavorato per rendere sostenibile anche nei prossimi decenni la conservazione di un’opera tanto importante quanto delicata, che non deve essere abbandonata al proprio destino e per la quale chi ha mostrato interesse ora può concretizzarlo».

Stessa linea Gadda e Previtali

Sulla stessa linea la consigliera Silvia Gadda, vicepresidente della seconda commissione consiliare: «Il fatto che la Casa del Custode esca dal Piano delle Alienazioni, grazie anche al reperimento di risorse da altre operazioni, ci dà la misura della serietà dell’amministrazione Carnevali».

Il consigliere Marco Previtali ha invece sottolineato l’importanza di strumenti come i partenariati pubblico-privato:
«Questa è l’occasione per trovare una soluzione stabile e duratura, così da permettere a tutte le realtà che in questi mesi hanno mostrato interesse e progettualità di partecipare attivamente nella tutela e nella salvaguardia di questo bene»