L’esplorazione urbana, per gli appassionati detta “urbex” (urban exploration), ha preso piede ormai da tempo anche qui in Bergamasca. Anche in passato c’erano stati casi di giovani sorpresi in aree abbandonate, per esempio l’anno scorso ad Albino.
Sembra che Daniel Camera Garcia, il 19enne morto la sera tra sabato 13 e domenica 14 dicembre ad Alzano, condividesse questo interesse con un gruppo di suoi coetanei, con i quali si era introdotto al vecchio cementificio, abbandonato da quarant’anni. Stavolta, però, quella che doveva essere un’avventura notturna emozionante si è conclusa con una tragedia: un volo di cinque metri, la chiamata dei soccorsi, gli inutili tentativi di rianimazione. Troppo tardi per lui: le gravi lesioni hanno portato a un arresto cardiaco.
La cena e l’esplorazione

Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire quanto accaduto in quelle ore. Sulla base di quanto si è riusciti a capire finora, tutto era cominciato con una cena tra coscritti (tutti ragazzi del 2006) a Gandino, in un locale. Un momento conviviale tranquillo, durante il quale però sarebbe maturata l’idea di andare a esplorare il vecchio stabilimento.
Come riportato oggi (lunedì 15 dicembre) da L’Eco di Bergamo, finito di mangiare il gruppo si sarebbe recato in auto fino ai margini della proprietà, di un’estensione di più di ventimila metri quadri e recentemente acquisita da un imprenditore, tutta transennata con cartelli che vietano l’accesso. Dal parcheggio della tranvia, dopo aver scavalcato, il gruppo di amici, tra i quali Daniel, si è fatto strada in un sentiero passando tra rovi, sterpaglie e immondizia.
La caduta nel vuoto
Sono così arrivati in una zona centrale dell’edificio, ma quando stavano procedendo in fila a un piano superiore, il 19enne, che era davanti a tutti, non si sarebbe accorto di un’apertura – lunga poco meno di un metro e larga mezzo – nel pavimento, probabilmente quel che restava di un lucernario. Il giovane è caduto di sotto e si sarebbero sentiti due tonfi, uno dei quali forse causato dal cellulare che aveva in mano e che usava per farsi luce.
Gli altri si sono quindi precipitati di sotto, ma Daniel era immobile. Da quando erano entrati nell’area dismessa non erano passati più di dieci minuti. Hanno chiamato i soccorsi intorno all’una e un quarto e spostato il 19enne in posizione di sicurezza, ma non è chiaro se fosse già deceduto in quel momento. Il personale medico, giunto con due ambulanze e un paio di automediche, non riuscendo a entrare con i veicoli si è dovuto introdurre con una barella. Uno dei suoi amici aveva provato a rianimare Daniel, ma senza successo, e anche i sanitari del 118 non hanno potuto fare nulla.
Un luogo pericoloso
Nel frattempo, delle ragazze che li aspettavano in auto sono state avvisate al telefono di quanto era successo, mentre sul luogo dell’accaduto sono arrivati anche i carabinieri di Alzano. Le indagini, date le circostanze piuttosto chiare, pare non porteranno all’apertura di un fascicolo. Non sarebbe stata comunque la prima volta che il giovane, insieme ai coetanei, discuteva di fare dell’urbex. Del resto, il cementificio era perfetto per un’attività di questo tipo: un’architettura industriale suggestiva, il fascino del mistero.
Ma lì si nascondono anche pericoli: non erano di certo i primi ad aver avuto il pensiero di fare un giro all’interno. La gente del luogo assiste da anni a intrusioni non autorizzate, che magari si cimentano in arrampicate spericolate avventurandosi anche sulle ciminiere per rubare uno scatto mozzafiato. La maggior parte delle volte è andata bene, ma basta un passo falso per ferirsi o andare incontro a conseguenze più gravi. A ricordarlo, in questo caso, è stato un dramma senza senso nel quale un giovane della valle ha perso la vita.